“Oggi l'inganno di Marchionne risulta chiaro: rimangiandosi il piano di investimenti, nonostante tenti di gettare acqua sul fuoco della legittima collera operaia e popolare, dimostra che da tempo la proprietà di Fiat sta prendendo in giro tutti. Il governo, che sembra finalmente abbia capito il rischio che corrono gli stabilimenti italiani, non deve limitarsi ad un incontro di circostanza ma deve pretendere garanzie sul futuro delle fabbriche a cominciare da quelle delle regioni del Sud." Lo sostiene Giacomo Nardiello, dirigente regionale e nazionale del Pdci.“La verità – aggiunge – è che i dati sulle vendite di Fiat sono un disastro per la mancanza del più vago di progetto industriale. Nessun investimento in innovazione e ricerca, nonostante il progetto di Campus Tecnologico a Melfi sia sempre valido secondo gli adempimenti tecnico-burocratici che si conclusi nei giorni scorsi. Noi – prosegue Nardiello – abbiamo la forza di chi non ha mai creduto alle parole di Marchionne e sostiene il referendum che ristabilisce i diritti dei lavoratori. La furia di liberismo antioperaio che ha investito questo Paese va fermata e il governo Monti se ne deve andare prima possibile per evitare che faccia altri guai. E proprio con il referendum la sinistra politica e sociale che si è ritrovata in Cassazione, per depositare i referendum per il ripristino dell'articolo 18 e per l'abolizione dell'articolo 8 della finanziaria di Berlusconi, ritorna protagonista rimettendo al centro il lavoro. I diritti del lavoro stanno subendo un attacco senza precedenti, e la nostra risposta deve essere forte e chiara”.
bas 06