Per il consigliere regionale del Gruppo misto “l’annuncio della cassa integrazione ordinaria per due settimane alla Sata per circa 1100 lavoratori della linea punto, giustamente preoccupa i sindacati dei metalmeccanici”
“L’annuncio della cassa integrazione ordinaria per due settimane alla Sata di Melfi per circa 1100 lavoratori della linea punto, giustamente preoccupa i sindacati dei metalmeccanici, considerato che riguarda circa 1/7 del totale dei dipendenti, dopo un periodo di intensa attività e l’assunzione di altre 1500 unità”.<br /><br />E’ quanto afferma il consigliere regionale del Gruppo misto, Giannino Romaniello che aggiunge “una Cigo che segue il trasferimento in altri stabilimenti avvenuto nei mesi precedenti. Le giuste preoccupazioni hanno portato le Oo.Ss. dei metalmeccanici a chiedere un confronto con l’azienda al fine di avere un confronto con l’azienda, finalizzato ad acquisire un quadro d’insieme dei volumi produttivi del gruppo e quindi fare il punto dello stato di avanzamento del programma di avvio dei nuovi modelli”.<br /><br />“Una richiesta più che motivata – dice – considerando che nei giorni scorsi, per lo stabilimento di Mirafiori, è stata sottoscritta un’intesa per i contratti di solidarietà per 12 mesi, il che fa pensare che per lo stesso stabilimento si ipotizza una ripresa produttiva legata al lancio di nuovi modelli. Una intesa, quella di Mirafiori, sottoscritta da tutte le Os.Ss., cosa auspicabile che avvenga per tutti gli stabilimenti a partire da Melfi, evitando competizioni fra territori, consapevoli che il futuro dei siti produttivi in Italia del gruppo Fiat non può che essere legato all’innalzamento della qualità e del numero dei prodotti ma in primo luogo alla capacità del gruppo di accelerare la messa sul mercato di auto ecologiche, anche nella fascia medio alta delle vetture”.<br /><br />“Serve quindi – continua – una nuova politica industriale del governo capace di sostenere l’innovazione e la ricerca per nuovi prodotti ecologicamente sostenibili. Una politica da condividere con Fiat e sindacati, evitando che le produzioni si spostino in altri paesi, considerato il forte impatto occupazionale che il settore auto ha in Italia sull’intero comparto metalmeccanico”.<br /><br />“A tal riguardo – conclude Romaniello – è auspicabile che la stessa Regione Basilicata, d’intesa con le altre regioni in cui sono presenti stabilimenti Fiat, solleciti il governo per l’apertura del confronto a livello nazionale, così come chiesto dalle Oo.Ss., finalizzato ad avere il quadro degli investimenti Fiat in Italia, nonché per condividere una nuova strategia capace, per il settore auto, di innalzare la capacità competitiva del nostro paese a livello internazionale”.<br /><br />L.C.<br />