“Rigore, trasparenza, riduzione degli sprechi e, soprattutto, programmi per superare il divario Nord-Sud”
“Gli amministratori locali socialisti sono il nucleo essenziale per rilanciare la stagione riformista che può salvare il Paese e sono chiamati ad uno sforzo maggiore per contribuire ad identificare tra i cittadini il Psi come partito dell'innovazione e partito della proposta politica nuova, come testimoniano tanti buoni governi locali piccoli e grandi con sindaci ed assessori socialisti”. Lo ha sostenuto Rocco Vita, responsabile della Consulta nazionale degli amministratori socialisti e capogruppo alla Regione, presiedendo a Perugia alla Festa nazionale del Psi un Workshop sul tema “La ‘ricetta’ degli amministratori socialisti per vincere la crisi” e partecipando alla tavola rotonda successiva su “Il buon governo nasce dai territori”.
“Nel Paese – ha aggiunto – non c’è bisogno di un “Partito arancione” tanto più che i sindaci non vanno distolti dalla loro già difficile ed impegnativa missione. Né avvertiamo alcun bisogno di un decalogo comportamentale e tanto meno di rottamatori, come se fosse una questione generazionale per rinnovare la classe dirigente, ma – ha continuato – è forte l’esigenza di indicare e seguire una strada del rigore e della riduzione degli sprechi (che sappiamo sono ancora tanti). Una strada della trasparenza e della partecipazione (in questo senso sono positive l’istituzione dell’anagrafe degli eletti e del bilancio sociale delle pubbliche Amministrazioni), del trasferimento delle best practice. Queste però sono solo precondizioni che di sicuro non sono sufficienti se non si accompagnano a quelle idee, proposte e programmi per superare il divario Nord-Sud. Dunque una strategia efficace per la crescita nel Paese al Sud richiede che si affrontino congiuntamente e radicalmente due questioni. La prima riguarda il funzionamento delle istituzioni locali e regionali, ma anche di quelle centrali”.
Vita in proposito ha rilanciato “la battaglia comune con i socialisti dell’Umbria perché le piccole regioni conservino due province, attraverso un modello di governance territoriale e di sviluppo locale che tenga conto dell’imminente costituzione delle Unioni dei Comuni. E’ la vera sfida degli amministratori socialisti che hanno dimostrato di essere ben radicati sul territorio, rinnovando capacità di ascolto. Il nuovo civismo e il “welfare municipale” devono perciò diventare i temi prioritari per affrontare, soprattutto nel Mezzogiorno, la gestione dei Comuni e in generale degli Enti Locali”.
“La seconda questione – ha continuato – riguarda l’avvio di esperienze che limitino l'alternativa assistenziale e migliorino la qualità di servizi essenziali. Vi sono molte risorse locali sottoutilizzate: beni culturali e ambientali per il turismo; conoscenze scientifiche nelle università per lo sviluppo di attività innovative; progetti in agricoltura per produzioni specializzate a elevato valore”.
Secondo Vita, inoltre, “l’Imu e il Patto di Stabilità Interno sono due facce della stessa medaglia che è quella della necessità di rilanciare la stagione delle Autonomie Locali. Molte le misure del Governo Monti che mettono in ginocchio il Paese e riguardano da vicino gli enti locali, pronti a dare battaglia per non trovarsi di nuovo con le spalle al muro, costrette, calcolatrice alla mano, a fare i conti per scongiurare l'ipotesi più drammatica: quella di non essere più in grado di garantire servizi ai cittadini. Oppure di essere costretti ad aumentare il carico fiscale, già al massimo in alcune realtà. Con questi interventi, lo Stato conta di risparmiare 4,5 miliardi per il 2012, 10,5 miliardi nel 2013 e 11 miliardi nel 2014”.
Al workshop di Perugia ha partecipato anche l’assessore provinciale di Potenza Francesco Pietrantuono che ha presentato il progetto di scuola-ecologica che riguarda 84 plessi scolastici, basato su sicurezza e risparmio energetico, e il progetto “abitare Basilicata” sempre con l’obiettivo di favorire il risparmio di consumi energetici. Nel territorio del petrolio – ha detto – è un esempio di buona pratica a sostegno di un modello di sviluppo eco-compatibile e certamente non limitato al petrolio.