“Le dichiarazioni dell’amministratore di Navigal (nodo complesso Gallitello) su una presunta difficoltà a reperire in Basilicata dieci carpentieri e quindi l’annuncio a farli arrivare, lunedì prossimo, da Bari, ci sconcertano. Invitiamo i carpentieri lucani disoccupati o comunque in questa fase senza lavoro a presentarsi al cantiere dell’impresa al Gallitello”. E’ quanto sostiene il segretario regionale della Feneal-Uil Domenico Palma, ribadendo che “il sindacato non alimenta guerre tra poveri, in questo caso tra operai edili disoccupati pugliesi e lucani, ma non può tollerare che imprese appaltatrici di grandi opere pubbliche sul nostro territorio ricorrano ancora al vecchio alibi della carenza in Basilicata di manodopera specializzata per imporre manodopera extraregionale e magari proveniente dai Paesi dell’Est Europa per pagarla meno. Insieme alla Feneal-Uil di Bari, come ai sindacati confederali pugliesi e lucani – continua – seguiamo con lo stesso impegno i problemi del Gruppo Dec che complessivamente conta su 1.500 dipendenti in diversi cantieri del Paese. Solo che la questione è diventata principalmente di principio e non possiamo tollerare che si ripetano, come accaduto nel passato, discriminazioni e penalizzazioni per gli operai edili lucani che hanno tutte le qualifiche professionali che necessitano ad imprese di costruzione. L’Efmea, le Scuole Edili delle due province sono istituti che assolvono, in sinergia con l’Ance lucana, a questi compiti e pertanto non vogliamo più nemmeno sentire pronunciare la parola carenza di manodopera. Se il Gruppo Dec invece ha altri problemi, come mi sembra di capire con le imprese appaltatrici – continua Palma – lo dica e ci metta in condizione di comprendere la natura di questi problemi. Anche in questo caso si ripropone la necessità di vigilare sui passaggi di subappalto e del subappalto del subappalto che coinvolgono piccole imprese e ditte artigiane o individuali per verificare criteri e modalità di assunzione, rispetto dei contratti e della sicurezza”.