Il testo presentato oggi in Aula invita ad “accogliere le istanze di chi chiede la ‘libertà’ di ogni singolo cittadino di rifiutare l’inizio o la prosecuzione di trattamenti sanitari”
“L’ultimo tentativo di arrivare a un testo sulle disposizioni di fine vita risale alla scorsa legislatura. Nel settembre del 2013 è stato depositato il testo di iniziativa popolare (circa 70 mila firme) promosso dall’associazione Luca Coscioni che giace in Parlamento senza che si sia data consequenzialità ad un dibattito vero e teso ad accogliere le istanze di chi chiede la ‘libertà’ di ogni singolo cittadino di rifiutare l’inizio o la prosecuzione di trattamenti sanitari, nonché ogni tipo di trattamento sostegno vitale e/o terapia nutrizionale impegnando il personale medico a rispettare la volontà espressa dal paziente capace di intendere e di volere, che sia maggiorenne o che tale volontà sia manifestata inequivocabilmente da persona precedentemente nominata dal paziente nel caso in cui lo stesso si trovasse in condizione di incapacità ad esprimere la sua scelta”.<br /><br />Con questa premessa il consigliere regionale del Gruppo Misto Giannino Romaniello ha presentato oggi in Aula una mozione (firmata anche dal consigliere Cifarelli del Pd), che sarà discussa nella prossima seduta consiliare, con la quale si impegna il governo regionale “a farsi promotore di un interlocuzione nella conferenza Stato – Regioni, affinché le numerose proposte di legge presentate in Parlamento, dai gruppi parlamentari, associazioni, e da progetti di legge di iniziativa popolare, accendano un dibattito vero in Parlamento teso a non posticipare ulteriormente una discussione vera in Parlamento, tesa a garantire un diritto ‘individuale’ di uomini e donne che manifestano patologie senza speranza di sopravvivenza, che venga garantita l’obiezione di coscienza dei medici ma nello stesso tempo che la struttura sanitaria si doti di figure capaci di assicurare che la volontà dei pazienti siano pienamente rispettate”.<br /><br />Romaniello propone la necessità di realizzare uno studio, per raccogliere, analizzare e raffrontare prove empiriche sulle scelte mediche sul fine vita e sul fenomeno dell’eutanasia clandestina, al fine di promuovere le pratiche migliori, di garantire il libero accesso alle cure e il rispetto del consenso informato. Sottolinea inoltre la necessità di garantire la dignità della fine della vita e la volontà delle persone coinvolte, affinché siano pienamente rispettate in osservanza della Convenzione di Oviedo per la protezione dei diritti dell’uomo e la dignità dell’essere umano.<br /><br /><br /><br /><br />