Eustazio (Spi Cgil): è allarme pensioni

“Il 2 gennaio i pensionati dopo i festeggiamenti di Capodanno, per chi avrà voglia e possibilità, si sveglieranno,  andranno a ritirare la pensione convinti di trovare l’aumento e si accorgeranno che l’importo netto invece è inferiore al netto del 2014.
La bassa inflazione dovuta al crollo della domanda interna, unitamente all’inadeguatezza del sistema di rivalutazione, determina un corto circuito che avrà come conseguenza un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita di milioni di pensionati”. E’ quanto afferma il segretario generale della Spi Cgil di Matera, Angelo Eustazio, spiegando che “ogni anno gli importi della pensione vengono rivalutati sulla base di un indice dei prezzi al consumo, rilevato dall’Istat, per l’anno precedente. In base a tale presupposto,  nel 2015 le pensioni si rivaluteranno dello 0,3% per cui, chi percepisce un assegno di 500 euro, riceverà un aumento di 1,50  euro al mese. Al danno la beffa. L’Inps nei mesi di gennaio e febbraio recupererà lo 0,1% sul 2014 per cui, i pensionati, prenderanno 3 euro in meno.
Limando dello 0,1% in effetti nel 2015 l’aumento sarà dello 0,2% e cioè 1 euro al mese. Si passerà, quindi, da 500 euro a 501 euro al mese.
Si tratta – aggiunge Eustazio – di un altro durissimo e dolorosissimo colpo inferto dopo quelli già assestati dagli odiosi provvedimenti varati dai Governi dall’inizio della crisi.
Per fare un esempio i panificatori di Irsina hanno deciso un aumento di circa 30 centesimi a chilo del prezzo del pane, quindi, solo l’aumento di un prodotto di primissima necessità vale almeno 3 volte la rivalutazione delle pensioni. Se non si vuole affamare ancora di più la categoria è necessario rivedere in profondità il meccanismo della rivalutazione delle pensioni rendendolo più aderente all’andamento dei prezzi dei prodotti di maggior consumo alimentare delle persone anziane. Inoltre, occorre urgentemente un intervento sulle pensioni medio-basse in questi anni falcidiate, estendendo il bonus degli 80 euro così come il Presidente del Consiglio aveva annunciato più volte.
Lo Spi, a tutti i livelli, continuerà – conclude – a lottare con determinazione a partire dallo sciopero del 12 dicembre rivendicando una politica per il lavoro e la dignità delle persone anziane”.

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