“Purtroppo la riforma delle pensioni voluta dalla Fornero ha tralasciato questo dettaglio, ed ha fatto slittare di molti anni la data di pensionamento per i lavoratori esodati che nel frattempo resteranno senza stipendio, senza mobilità (prossime alla scadenza) e lontani dal loro diritto alla pensione. Dopo mesi di disperazione per una platea di circa 350.000 lavoratori, arriva una svolta importante del Governo. Il Decreto Interministeriale del 1° giugno 2012 stabilisce che i lavoratori interessati da accordi di mobilità stipulati entro il 31 dicembre 2011, possono accedere alla pensione con le vecchie regole (pre Fornero) e dunque basteranno 40 anni di contributi. Ma detta salvaguardia continua a creare ansie e agli ”esodati”. Alcuni ricevono una lettera dall’Inps che li informa di essere nelle liste, altri ancora non sono stati nominati. Entro il 21 settembre prossimo scadrà il termine entro cui l’Inps dovrà completare le operazioni di verifica di accesso alla salvaguardia. Gli “esodati” molti dei quali si definisco ormai “massacrati” sono stati derubati non solo sotto il profilo economico ma nella sfera che riguarda la dignità di persone negando loro ogni chiarezza sul proprio futuro. A tutto questo si aggiunge l’inaccettabile e forse esasperante confusione di quanto accade in Basilicata. La sede Inps di Potenza, infatti, non solo dimentica di istituire come previsto dal messaggio Inps n.12196 del 20/07/2012, uno “Sportello amico” per la consulenza necessaria da offrire ai cittadini e già funzionante in molte Regioni, ma è incurante di richieste volte ad ottenere certificazioni del diritto a pensione fatte sia formalmente che verbalmente dai lavoratori. Riteniamo che atteggiamenti di tanta leggerezza siano davvero inaccettabili e invitiamo la locale sede Inps ad attuare tutti gli strumenti previsti dalla legge per dare risposte concrete al fine di evitare legittime e quanto mai opportune azioni di lotta da parte di lavoratori già fin troppo esasperati delle Istituzioni che, invece, dovrebbero svolgere azione da garante senza superficialità e con la responsabilità di accogliere istanze concrete in un momento già estremamente difficile senza contribuire ad aumentare tensioni sociali e discriminazioni. Auspichiamo per tali motivi, l’apertura urgente dello “Sportello amico” nonché la giusta attenzione alle singole posizioni e istanze dei lavoratori interessati alla clausole di salvaguardia”.
bas 06