"Tra il dire e il fare c'è di mezzo sempre la poltrona: tutti sono d'accordo su un Parlamento senza i soliti noti alle cronache giudiziarie, ma alla prova del nove le regole applicate sono quelle del 'chiudiamo un occhio o anche due' sui candidati. Predicare bene e razzolare male non funziona: o le liste sono pulite per davvero o i cittadini se ne accorgeranno, perché sono stufi di farsi prendere in giro". Lo ha dichiarato Felice Belisario, capogruppo a palazzo Madama dell'Italia dei Valori, che sostiene la lista Ingroia.
"Se Berlusconi e il Codice di moralità – prosegue Belisario – sono come il diavolo e l'acqua Santa, anche chiedere solo una semplice autocertificazione ai candidati e valutare poi a seggio già assegnato, è una soluzione assolutamente inconcepibile. La lista Ingroia chiede che la legalità sia il cemento per la ricostruzione del Paese. La questione morale è uno dei 10 punti fondanti del programma di 'Rivoluzione Civile': l'etica pubblica deve essere pratica comune e non deve limitarsi a una legalità solo di facciata. Questo ci contraddistingue dalle altre forze in campo: regole precise per l’incandidabilità dei condannati e dei rinviati a giudizio. Le istituzioni sono state fin troppo 'indebolite' da un ventennio di illegalità, è ora di voltare pagina: il Parlamento non sia più zona franca per corrotti e corruttori. Getti la maschera chi non vuole liste davvero pulite e gli elettori – conclude Belisario – decideranno chi votare con maggiore cognizione di causa".
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