“C’è un aspetto della riforma del lavoro che necessita di una particolare riflessione: in tema di ammortizzatori sociali si dimentica che il settore delle costruzioni resta quello che paga di più per il sostegno al reddito rispetto a quanto ne usufruisce. Ed i più penalizzati, anche se qualcuno sembra non accorgersene anche nel Governo, sono proprio i lavoratori edili”. E’ quanto sottolinea il segretario regionale della Feneal-Uil Domenico Palma aggiungendo che “il costo totale medio tra cassa integrazione ordinaria (5.20%), disoccupazione speciale (0.80%) e cassa straordinaria (2%), è di circa l’8% per il settore delle costruzioni, mentre in altri settori, la contribuzione è minore o addirittura nulla. Inoltre a ciò si aggiunge che nell’ultimo anno, tra i più neri per l’economia e per le costruzioni, solo circa 4mila addetti hanno usufruito della cassa integrazione nel nostro settore, pochi se si pensa che gli addetti totali sono 600mila. Pur valutando con attenzione – aggiunge Palma – il dato di febbraio 2012 che, come reso noto dal 38° Rapporto Uil, segnala un picco della cassa integrazione + 41,3% nel settore edile, evidenziando come la crisi continui e si aggravi sempre di più, la conseguenza appare molto chiara: i contributi che si continuano a versare verso i fondi Inps per cassa ordinaria e disoccupazione per l’edilizia – continua – sono e restano in attivo, come avviene oramai da anni, e proprio in virtù di questa situazione chiediamo che i costi vengano distribuiti in modo tale da evitare che siano più onerosi per il settore edile. Il nuovo sistema dovrebbe dunque, secondo la Feneal, tener conto di queste disparità e distorsioni ed, oltre che estendere le tutele, garantire uguali costi in tutti i settori. Fondamentale sarà poi la soluzione da trovare per l’indennità di disoccupazione: qui non debbono esserci figli e figliastri – afferma Palma-, il settore edile è già stato sacrificato sul piano delle tutele, delle pensioni, ora basta”.
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