Don Cozzi (Libera) su inchiesta in Regione

“La cosa più semplice in questo momento è sparare a zero su tutti. Sul tradimento subìto, su quella delega a gestire la cosa pubblica che certi politici hanno trasformato in assegno in bianco per farsi le cose proprie e su quell'equivoco che ha portato a scambiare il consenso della gente con una sorta di consacrazione all'onnipotenza”. Lo dichiara don Marcello Cozzi, vicepresidente di Libera.
“Verrebbe da ricordare a più di qualcuno – prosegue – che fino all'altro giorno noi eravamo quelli che sporcavano l'immagine della Basilicata, paladini di un'antipolitica qualunquista e superficiale, noi da mandare in esilio quando l'informazione nazionale o certi giornalisti nostrani non al soldo di nessun sistema, mettevano in risalto i tanti buchi neri di questa regione.
Abbiamo ancora negli occhi l'indignato stracciarsi le vesti dell'intero Palazzo, all'interno del quale spariva ogni confine tra maggioranza e opposizione quando si trattava di mandare alla gogna certa magistratura che iniziava a mettere il naso anche in quelle stanze e non solo nelle case dei delinquenti e dei ladri di galline”. Per don Cozzi i soldi non si trovano da un bel pezzo “per un welfare ormai completamente inesistente anche dalle nostre parti; non ce ne sono per i disabili, per contrastare le dipendenze, per accogliere donne in difficoltà, per minori problematici, per anziani abbandonati e per malati cronici. Neanche per loro ce ne sono: chissà se per altri si!”
“Non sappiamo se in Basilicata ci sia mai stato un comitato di affari, – sottolinea – ma di certo c'è stato chi si è fatto solo gli affari propri!”
Ed invece è un'altra la cosa che ci inquieta e ci fa riflettere: quel moralismo diffuso che vede come convinti assertori proprio chi di quel Palazzo e dei suoi inquilini se ne è servito fino all'altro giorno”. “No. Non abbiamo bisogno di forconi da brandire cacciando le streghe, ma di bisturi con cui intervenire senza più perdere tempo per estirpare quella necrosi etica che sta intaccando un intero sistema”.

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