"Ho ascoltato con attenzione l’intervento del Presidente De Filippo e condivido molti dei contenuti espressi. Resto però convinto, pur avendone compreso le ragioni, che il Presidente avrebbe potuto evitare di rassegnare le dimissioni. Per il resto, dico che la democrazia in Italia è implosa da tempo".
Lo ha affermato maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali Lucani, dopo il discorso del presidente De Filippo al Consiglio regionale.
"In Italia – ha aggiunto Bolognetti – non c’è democrazia nella misura in cui non c’è Stato di diritto e nella misura in cui viene quotidianamente negato il diritto a poter conoscere per deliberare. La Costituzione più bella del mondo è stata oltraggiata e vilipesa un minuto dopo la sua approvazione. No, in Italia non c’è democrazia, ma partitocrazia. Ed è il regime partitocratico che ha prodotto e sta producendo il disastro che quotidianamente si materializza sotto i nostri occhi. Che paese è, e che democrazia è, se non riusciamo a rispettare convenzioni a tutela dei diritti umani che abbiamo ratificato e approvato? Che paese è, e che democrazia è quella che di fatto nega il diritto di elettorato attivo e passivo e ha reso l’art. 49 della Costituzione lettera morta. Che paese è, e che democrazia è, se siamo incapaci di rispettare le direttive comunitarie in materia di ambiente e non solo. Che paese è, e che democrazia è, se le leggi elettorali risultano incomprensibili ai comuni mortali e se ogni volta che il popolo decide attraverso la scheda referendaria, prevista dal saggio costituente, quelle decisioni vengono tradite dal legislatore? Che democrazia è quella dei Porcellum e dei Tatarellum? La verità, signor Presidente, è che siamo uno “Stato canaglia” incapace di rispettare la sua propria legalità. La verità – ha aggiunto Bolognetti – è che si è creata da tempo una frattura tra politica e coscienza, tra scienza e politica, tra i Palazzi del potere e il popolo. Senza democrazia, signor Presidente, non ci sono elezioni, ma solo violente finzioni contro i diritti civili, politici e umani. E’ questo il contesto in cui siamo immersi e che ci costringe ad agire in una palude che frena anche i migliori aneliti e slanci. L’Italia, già una volta, ha appestato l’Europa e il mondo partorendo il fascismo. Ahimè, al ventennio ha però fatto seguito il sessantennio e il risultato di sessant’anni di antidemocrazia lo abbiamo sotto gli occhi. Su un punto sono assolutamente d’accordo con lei Presidente: anch’io temo i nuovismi. Li temo a maggior ragione nel paese dei gattopardi, che storicamente – ha concluso – è stato capace di produrre solo controriforme".
bas 08