Digilio (Fli) Su scelte Governo tra Eni e “Golden share”

“Adesso che da Bruxelles c’è la conferma che la Commissione Europea ha deciso di rimandare non oltre di un mese l'esecuzione della decisione di rinvio dinnanzi alla Corte di giustizia Ue dell'Italia per l'uso della “golden share” in alcune societa' tra le quali l’Eni, la dismissione della quota detenuta dallo Stato (30%) è cosa fatta. Ciò avvalora la mia sollecitazione al Governo Monti a condividere la scelta con la Regione Basilicata primo fornitore di petrolio italiano all’Eni”. Il sen. Egidio Digilio (Fli) torna sulla richiesta gà formulata ieri aggiungendo che “è solo una conferma della volontà della Commissione Europea che già nelle “direttive” impartite al precedente Governo Berlusconi aveva chiaramente indicato la strada della dismissione oltre che delle quote Eni, di Telecom, Enel e società Finmeccanica, per fare cassa”.
“La Commissione – sostiene Digilio – ritiene che alcune disposizioni della normativa italiana che conferisce poteri speciali (golden share) allo Stato italiano nelle societa' privatizzate operanti in settori strategici come le telecomunicazioni e l'energia impongano restrizioni ingiustificate alla libera circolazione dei capitali e al diritto di stabilimento. Tali poteri rendono infatti gli investimenti diretti e di portafoglio meno vantaggiosi e che quindi scoraggiano i potenziali investitori stabiliti in altri Stati membri dall'acquistare azioni di queste societa'. A questo punto prima di manovre di grandi gruppi energetici europei e stranieri per accaparrarsi il 30% di Eni, di cui si hanno da tempo avvisaglie a Piazza Affari e nelle Borse di Londra, Parigi e Francoforte, intorno a titoli di società energetiche – aggiunge il senatore del Fli – il Governo farebbe bene a seguire tutte le possibilità che l’Eni resti in mani italiane. E’ un rischio che il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, al termine del Consiglio europeo dei ministri dell'Energia, solo qualche giorno fa – continua – non ha potuto escludere ammettendo comunque di non “essere abbastanza preparato” sulla questione. Di qui la riproposizione della candidatura della Regione Basilicata a sottoscrivere il capitale sociale dell’Eni per tutte le ragioni che ho già motivato. In più si aggiunge la rilevazione di Confartigianato, secondo cui la bolletta energetica a settembre scorso ha toccato il picco piu' alto degli ultimi 20 anni (in pratica, ogni famiglia paga una bolletta energetica di 2.458 euro all'anno) con la beffa per la Basilicata di pagare una bolletta tra le più care delle Regioni d’Europa nonostante la produzione di greggio e gas”.

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