“Non mi pare che il “Local Basilicata Report 2012" che l’Eni ha presentato oggi contenga nulla di nuovo sulla strategia aziendale riferita alla presenza e alle attivita' di estrazione e di ricerca petrolifera nella nostra regione. Di sicuro, non fornisce risposte ai numerosi, ed alcuni inquietanti, interrogativi che la trasmissione Rai tre Report, solo qualche giorno fa, ha alimentato specie sugli interessi tutti rivolti a fare business nel mondo e a condizionare le scelte di Governo e quelle politiche, oggi sintetizzabili nella Strategia Energetica Nazionale “coniata” dal Ministro Passera".
"Il 10 ottobre scorso l’a.d. Paolo Scaroni – aggiunge – ci ha comunicato in Senato che il “take or pay”, la clausola per cui si prenota il gas per gli anni a venire, ma se non lo si ritira occorre pagarlo ugualmente, costa all'Eni 1,5 miliardi di euro all’anno proponendo che parte di questa cifra sia a carico dello Stato o meglio dei cittadini".
"Dunque, – spiega Digilio – una strategia Eni che se non produce benefici e riflessi significativi sull’economia nazionale, sino a pesare per l’import petrolio-gas, ha le stesse insignificanti ricadute sull’economia lucana, nonostante gli oltre 585 milioni di euro di royalties riconosciute nel periodo 1998-2012, di cui 63 milioni di euro nel 2011. Anche i dati sull'occupazione testimoniano quanto sia limitato il ruolo dell’Eni in tema di lavoro: oggi il Distretto Meridionale impiega direttamente 291 persone, di cui meta' e' residente in Basilicata. Qualche centinaio di posti in più, ci segnala il Local Report 2012, tra i dipendenti che lavorano presso le imprese fornitrici del Distretto Meridionale che sono 2.146, di cui il 47% proviene dalla Basilicata e il 31% dalla Val d'Agri.
Per noi il 2012 si chiude come si è aperto: l’Eni fa troppi profitti in cambio di troppo poco. Con l’aggravante che istituzioni e politica non sono riusciti, anche quest’anno, a contrastare lo strapotere di Scaroni”.
BAS 05