Deposito nazionale rifiuti radioattivi, il fermo No del M5s

Perrino, Carlucci e Leggieri: “Abbiamo sottoscritto e inviato un documento di osservazioni proposto da alcune associazioni ed esperti che si occupano di monitorare il decommissioning nucleare. Il nostro territorio ha già dato molto in termini ambientali”

“Scadono oggi i termini ufficiali per l’invio delle osservazioni previste in merito all’avvio della procedura per la localizzazione, costruzione ed esercizio del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico”. Lo affermano i consiglieri del M5s, Gianni Perrino, Carmela Carlucci e Gianni Leggieri, ribadendo che “La Regione Basilicata e i Comuni della regione, come sappiamo, hanno espresso un compatto ‘No’ a questa eventualità”.

“Per rendere ancora più incisivo il fronte del ‘No’, il gruppo consiliare M5s Basilicata – precisano i tre consiglieri – ha deciso di sottoscrivere e di inviare un documento di osservazioni proposto da alcune associazioni e da esperti che si occupano di monitorare il decommissioning nucleare. Le osservazioni, predisposte dal professor Massimo Scalia e dal dottor Paolo Bartolomei, sono state condivise e firmate dal professor Vincenzo Naso, Direttore del Centro Interuniversitario per la Ricerca sullo Sviluppo sostenibile (CIRPS); Mario Agostinelli, Presidente di ‘Energia felice’; Vittorio Bardi, Presidente di “Oltre il nucleare” e Pasquale Stigliani, Portavoce di ‘Scanziamo le scorie’.

Quello del deposito unico di scorie radioattive è un passaggio epocale che si porta dietro una serie di interrogativi, anche procedurali, sui quali è necessario mettere in campo numerose valutazioni. Pensiamo alle implicazioni e ai rischi che comporterebbe il trasporto di questa ingente quantità di rifiuti oppure alla necessità di attivare una valutazione ambientale strategica per il deposito nazionale”.

“Sono solo alcuni degli aspetti del documento che abbiamo sottoscritto e inviato a Sogin, sottolineano Perrino, Carlucci e Leggieri. Come lucani, ribadiamo, ancora una volta, la totale indisponibilità di un territorio che ha già dato molto in termini ambientali e che, purtroppo, continua a pagare lo scotto di scelte scriteriate effettuate nei decenni passati”.

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