De Grazia (Articolo Uno MDP di Calvello) su royalty dimezzate

“Le royalty che le compagnie petrolifere (Eni e Shell) hanno versato il 30 giugno 2017 a Regione Basilicata ed ai Comuni dell’area estrattiva, quale aliquota del 7% sulla produzione di idrocarburi estratti nel 2016, sono in totale 53 milioni di euro. Di questi, 45 milioni sono andati nelle casse della Regione e 8 milioni nelle casse dei Comuni nei cui territori sono in produzione i pozzi o le re-iniezioni: nell’ordine, Viggiano, Calvello, Grumento Nova, Marsico Nuovo, Marsicovetere, Montemurro”.
E’ quanto sostiene Rocco De Grazia, responsabile di Articolo Uno MDP di Calvello.
“Tali importi, rispetto all’anno precedente, risultano essere quasi dimezzati. Introiti ridotti drasticamente, dunque, per le casse di Regione Basilicata e Comuni beneficiari che, negli anni, con consuetudine e per effetto della crisi e della conseguente riduzione dei trasferimenti agli enti locali, hanno utilizzato queste risorse anche per coprire spese correnti, per ripianare bilanci, per il mantenimento di servizi essenziali altrimenti eliminati, per gestire e far sopravvivere l’attività ordinaria di enti e istituzioni, fra questi l’Università di Basilicata. Una quota parte di queste entrate, invece, è stata utilizzata per realizzare investimenti finalizzati al rilancio sociale ed economico locale, senza però grossi risultati in termini di sviluppo, di occupazione e di argine allo spopolamento. La prospettiva concreta di una contrazione consistente di tali entrate, oltre a ricalibrare bilanci e previsioni di spesa, dovrebbe indurci a riflettere sulle azioni programmatiche da mettere in campo; dovremmo dare ad esse la caratteristica del lungo respiro, pensando ad interventi strutturali, affinché si crei occupazione stabile e duratura”.
“Gli accordi di programma, infatti, – conclude Rocco De Grazia – prevedono che il ristoro economico ai Comuni interessati dalle estrazioni petrolifere sia destinato allo sviluppo e all’incremento delle attività economiche e produttive. Dovrebbe accrescersi, dunque, la consapevolezza che le royalty hanno un valore ed una consistenza che possono oscillare e, soprattutto, che esse non sono un bene durevole”.

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