Il decreto che il governo varerà nei prossimi giorni e che taglia i costi delle Regioni "va nella direzione che noi governatori abbiamo indicato e di cui abbiamo parlato al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà e al presidente Repubblica. Oggi è urgente agire, c'è una separazione evidente tra mondo reale e politica, e le Regioni non possono essere il contrario opulento della società civile''. Il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, in una intervista all'ANSA, interviene sulle misure che l'Esecutivo si appresta a mettere in campo, già da giovedì prossimo, per tagliare i costi della politica regionale.
''Lo strumento del decreto – spiega – sgombra il campo della discussione da dilazioni e ulteriori ritardi o ripensamenti. Negli anni passati il processo di autoriforma delle Regioni sui costi della politica non è stato veloce e avrebbe meritato tempi più stretti''. ''Serve un decreto – aggiunge il governatore – poi le misure si possono migliorare ulteriormente o se ne possono aggiungerne altre in altri provvedimenti, ma ora e' condivisibile una azione netta che consenta innanzitutto di rendere omogenee le situazioni e il rango istituzionale che i Consigli regionali devono avere: non ci possono essere 'legislazioni speciali' che determinano differenze inconcepibili''. Dalla prossima legislature entreranno in vigore le nuove misure che riguardano il numero dei consiglieri. ''Ma da subito – ragiona De Filippo – si puo' attuare la riduzione e finalizzazione dei costi dei gruppi consiliari e i controlli dei costi da parte di organismi autorevoli, come la Corte dei Conti, proposta dai presidenti delle Regioni. Inoltre si agira' immediatamente su commissioni, 'monogruppi', benefit, indennità e rimborsi vari''. I presidenti potrebbero attivare subito anche il taglio degli assessori, ma De Filippo ammette che ''c'è un problema politico rilevante. Si sono costituiti governi regionali basati su coalizioni, serve certamente anche su questopunto un percorso virtuoso ma ora mi sembra complicato''.
De Filippo non è poi un assertore della costituzione delle macroregioni. ''E' evidente – ragiona – che il versante delle dimensioni non e' stato un requisito per assicurare l'equilibrio finanziario. Su questo tema sono molto cauto: io credo che si debbano strutturare meglio programmi e progetti di collaborazione, alleanze e intese su una serie di temi, a partire dalle infrastrutture, e in termini piu' perentori, ma le identita' costituzionali delle Regioni sono un patrimonio nazionale al quale non rinuncerei. Qualche passo positivo nella direzione di piu' forti alleanze tra le Regioni e' stato fatto in questi messi grazie anche al ministro per la Coesione territoriale, Barca''.
Infine, De Filippo è scettico sull'ipotesi secondo la quale il Governo starebbe lavorando ad un provvedimento per sottrarre alcuni poteri alle Regioni. ''Le vecchie Province presto non ci saranno piu' – conclude – e i nuovi enti che le sostituiranno si occuperanno solo di quattro materie. In Basilicata, per esempio, avremo una sola Provincia ed una Regione. Io credo che i poteri gestionali vadano gestiti da chi e' vicino al territorio; a qualcuno quelle deleghe andranno consegnate''. (ANSA).
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