Csail: bandiera bianca sul municipio di Viggiano

A poche ore dal licenziamento di un primo contingente di operai dipendenti da aziende dell’indotto Eni l’appello del Sindaco di Viggiano Cicala somiglia alle “lacrime del coccodrillo”: troppo tardi per occuparsi del problema ed ancora una volta in maniera formale e rituale. E’ la posizione del Csail contenuta in una nota a firma del presidente Filippo Massaro.
La verità è che in Municipio a fianco alle bandiera di Stato e di quella dell’ Unione Europa si farebbe bene – dice Massaro – ad apporre una bandiera bianca in segno di resa nei confronti dell’Eni e di ammissione di un’incapacità, comportamento che si ripete dagli ultimi sindaci che hanno preceduto Cicala, di trasformare le ingenti royalties, incassate in tanti anni, in posti di lavoro duraturi.
Nel ricordare che il Csail si è schierato dalle parte degli imprenditori locali condividendo “senza se e senza ma” le ragioni della protesta alla base della manifestazione del 29 settembre scorso sotto il Palazzo della Regione, nella nota si afferma che “a distanza di un mese gli impegni e le promesse assunti a Potenza sembrano svanire di colpo. Una cosa è certa – dice Massaro – non si può scaricare sulle spalle di imprenditori che gestiscono briciole di appalti e subappalti per effetto del meccanismo perverso messo in campo dalle compagnie che di fatto emargina, da sempre, l’imprenditoria della nostra regione. Una situazione che ha anche responsabilità diretta in chi avrebbe dovuto tutelare la piccola e media impresa valligiana e saurina, a cominciare da Confindustria che ha sempre subito la linea dettata da Eni-Total e per finire al cartello di associazioni che si riconoscono in Pensiamo Basilicata con Legacoop che ha sempre dettato la strategia da assumere. Nessuno ha mai fatto un bilancio sui risultati del Contratto di Rete. E se questo non bastasse a pagarne le conseguenze adesso dovrebbero essere i dipendenti di queste aziende: quella di fine mese potrebbe essere solo un’avvisaglia perchè a fine anno il taglio occupazionale si aggirerebbe intorno alla metà dell’attuale forza lavoro. Il sindaco di Viggiano – continua Massaro – segue la stessa strada del presidente Lacorazza che ha scritto ben tre lettere a sostegno del referendum contro l’art.38 dello Sblocca Italia e continua ad esternare sui social la sua posizione. Purtroppo non è più tempo di lettere e né di post su facebook. E’ tempo di agire invece di pensare di affrontare la questione ancora solo ed esclusivamente a livello amministrativo e non con gli strumenti eccezionali che essa richiede. Come se l’Eni dovesse “impietosirsi” per la sorte di centinaia e centinaia di padri di famiglia. Anche l’attesa delle nuove mosse di Renzi non può durare in eterno mentre la proposta di ridurre le ore di lavoro per lavorare tutti – conclude – è da rispedire al mittente perché assistenzialistica e retorica come la scoperta del sindaco di Viggiano di alcuni giovani del nostro territorio che lavorano ai margini dell'indotto senza offrire loro alcuna possibilità di miglioramento economico, di crescita e di formazione. Mentre a persone provenienti da fuori regione senza alcuna formazione o esperienza vengono date numerose opportunità”.

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