“Il Circolo Sel di Lavello esprime la propria solidarietà ai 40 lavoratori della Commer Tgs (azienda dell’indotto Sata) e sostiene le richieste dei sindacati per ottenere il ritiro immediato della procedura di mobilità attraverso l’utilizzo di strumenti alternativi che consentano la continuità lavorativa di tutti i lavoratori. C’è da allarmarsi perchè se il taglio del 40 per cento della forza lavoro avviato con la richiesta di mobilità da parte della Commer Tgs venisse esteso alle altre aziende dell’indotto ed alla Sata stessa, ci troveremmo ad affrontare una riduzione della forza lavoro di oltre 1200 lavoratori, prospettiva questa che ci sembra realistica visto che il ricorso alla cassa integrazione non dipende più da eventi temporanei dovuti al calo delle vendite ma dall’assenza di indicazioni sul piano industriale da parte di Fiat in relazioni alle produzioni per l’immediato futuro”.
“E’ diventato prioritario e non più dilazionabile – aggiunge la Sel – che chi guida la nostra Regione constati realmente quali strategie industriali la Fiat vuole realizzare nello stabilimento di S. Nicola di Melfi, così da poter programmare se ci sono prospettive future sicure, o se, bisogna cominciare a pensare oltre, investendo direttamente sull’appetibilità di quell'impianto per esempio a produrre automobili ecologiche, o a far gola ad altri colossi internazionali visti i tanti vantaggi che vengono concessi a chi investe nel nostro territorio o se, infine, sia necessario cominciare a formare le future classi lavoratrici anche in altri settori fin ad oggi volutamente dimenticati a scapito del progetto Sata. Alziamo il tiro – conclude la nota – diamo un segnale chiaro al Paese che non consentiamo a nessuno di poter venire in Basilicata a prender soldi, forza lavoro ed a sfruttare il nostro ambiente, per poi portare la nostra gente ad essere umiliata perché lavora qualche giorno al mese e vive di cassa integrazione”.
bas 06