In una nota pubblicata oggi sulla Gazzetta del Mezzogiorno, l’assessore regionale alle Politiche di Sviluppo, Roberto Cifarelli, interviene in merito alle nomine dei vertici della sanità lucana.
“La vicenda della sanità merita di essere chiarita fino in fondo perché non credo sia giusto che questa giunta passi per quella che fa “l’assalto al carro della Bruna a fine mandato”. A gennaio 2018 abbiamo fatto una scelta: la nomina dei commissari per tre aziende sanitarie e ospedaliere che è costata a tutta la giunta un avviso di garanzia, nonostante tutto sia stato fatto nel rispetto delle leggi. In quel momento, con le regole in quel momento in vigore, avremmo potuto nominare tutti i dg in modo molto discrezionale, ma decidemmo di non farlo. Oggi, però, nell’eventualità che sia stato fatto un errore, nessuno può chiedermi di commettere lo stesso errore prorogando i commissari. Per capire la situazione bisogna fare un passo indietro partendo dalla legge di riordino nel settore della sanità fatta per ottemperare alle norme nazionali. Il riordino non si fa in qualche mese. Ha bisogno di tempi per essere completato, per questo a gennaio 2018 quando erano in scadenza i dg ritenemmo opportuno consentire loro di portare a termine la riorganizzazione. Contemporaneamente, la giunta approvò un disegno di legge sul nuovo piano sanitario, contando sul fatto che il Consiglio regionale sarebbe stato in condizioni di potergli dare il via libera. Quando ci siamo resi conto che difficilmente in Consiglio ci sarebbe stata l’approvazione del nuovo piano sanitario decidemmo di applicare le nuove norme, nel frattempo, intervenute in materia di nomina dei dg della sanità. Procedemmo così a giugno all’avviso per la nomina dei dg sulla base della nuova normativa: poi, è arrivata la vicenda Sanitopoli che non ci ha lasciati indifferenti. Così abbiamo nominato una Commissione, al di sopra di ogni sospetto, e siamo andati avanti. In giunta non abbiamo fatto altro che concludere questo procedimento. E lo abbiamo concluso conformandoci alle indicazioni venute dalla Commissione, scegliendo i migliori e non quelli che avremmo potuto scegliere. Le polemiche successive sono, dunque, strumentali. Capisco che siamo vicini alla campagna elettorale ed ogni nostro atto viene interpretato in maniera contraria da chi si oppone a questa maggioranza, ma rimetto al mittente tutte le accuse. Noi continueremo a lavorare fino all’ultimo giorno perché il governo governa. Non prende lo stipendio pensando di potersi fare la campagna elettorale o le ferie con i soldi dei contribuenti”.
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