Cia, su esenzione Imu su fabbricati rurali

“E’ positivo l’impegno del Presidente De Filippo per esentare dal pagamento dell'imposta i fabbricati rurali (Imu) raccogliendo le nostre sollecitazioni e dell’intero mondo agricolo”. Lo sostiene Paolo Carbone, responsabile Ufficio Economico della Cia.
“E’ il caso però di non fare confusione perché il termine masseria, usato erroneamente da Basilicata Mezzogiorno, quotidiano on line della Giunta Regionale – precisa Carbone – indica una fattoria fortificata molto diffusa in Puglia e Sicilia. La masseria, anni fa, era l'espressione di un'organizzazione geo-economica legata al latifondo, la grande proprietà terriera che alimentava le rendite delle classi aristocratiche e della borghesia. Le masserie erano quindi delle grandi aziende agricole abitate, spesso, anche dai proprietari terrieri, ma la grande costruzione rurale comprendeva pure gli alloggi dei contadini, in certe zone anche solo stagionali, le stalle, i depositi per foraggi e i raccolti. Noi invece – continua Carbone – siamo per esentare dall’Imu gli autentici fabbricati rurali e non certamente costruzioni storiche e persino di pregio artistico che sono localizzate in aree rurali”.
Se non si rivede la fiscalità in agricoltura, se non si dà concretezza a un programma regionale di compensazione su carburanti, acqua ed energia, l’agricoltura lucana -e quella del Metapontino in particolare- è destinata a un forte arretramento.
E’ quanto emerso in un'affollatissima assemblea di agricoltori del Metapontino promossa dalla Cia Basilicata a Policoro presso il Centro giovanile “Padre Minozzi”, a cui hanno preso parte i dirigenti locali, il presidente della Cia del Materano Nicola Serio e il direttore della Cia regionale Luciano Sileo.
“L’Italia si salva se si salva anche l’agricoltura. E' questo che vogliamo far comprendere al governo nazionale e regionale, ai sindaci e alla società -ha continuato Serio-. Gli agricoltori non possono continuare a lavorare in perdita. Sarebbe un vero assurdo. La Cia continuerà la propria azione e, se necessario, passerà a una mobilitazione generale del mondo rurale per far comprendere la drammaticità della situazione dell'agricoltura e le ragioni delle imprese del settore”.
“Non vi è alcun dubbio: gli agricoltori non assisteranno passivamente alla chiusura delle proprie aziende e all’abbandono dei territori”, ha concluso Serio.

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