“Vorremmo che nel dibattito politico ed istituzionale sul petrolio lucano si trovasse anche l’occasione per discutere del caro gasolio che sta mettendo in ginocchio le imprese agricole”. E’ quanto sostiene il responsabile dell’Ufficio economico della Cia, Confederazione italiana agricoltori, Paolo Carbone.
“Nella terra del petrolio che dovrebbe diventare hub energetico del Paese – continua – c’è sempre più urgenza di un provvedimento tempestivo nei confronti dell’agricoltura, che in questi ultimi anni, dopo l’abolizione, avvenuta nel novembre del 2009, delle agevolazioni (l’accisa zero) sull’acquisto di gasolio per le serre, ha subito pesanti contraccolpi dal “caro carburante”. Solo nei primi otto mesi del 2012 il fisco ha spremuto alle aziende 1,5 miliardi di euro, un 15 per cento in più rispetto all’anno precedente; in pratica, il 6 per cento dei 24,5 miliardi che l’erario ha incassato dalle vendite totali di benzina e gasolio e questo nonostante il calo dei consumi. E sono le serre che hanno subito i danni più pesanti. Ma anche per le altre aziende è emergenza piena. Secondo le prime stime, a fine anno il mondo agricolo sarà costretto a sostenere un costo aggiuntivo che supererà i 3,5 miliardi di euro, determinato sia dai rialzi che dalle imposte che gravano i prodotti petroliferi. Ecco perché è indispensabile che il governo azzeri al più presto le accise per l’agricoltura, in modo da permettere una riduzione dei costi”.
BAS 09