Cia Area Sud Potentino su rilancio azioni Po Val d’Agri

“Una verifica dello stato di attuazione degli interventi previsti dal Programma Operativo Val d’Agri (azione ferma al 2011) nel settore dell’agroalimentare di qualità a partire dai “prodotti d’eccellenza” – formaggio pecorino Canestrato di Moliterno, fagiolo Igp di Sarconi, Mela dell’Alto Agri fino al vino Doc “Terre dell’Alta Val d’Agri” e “Grottino di Roccanova” – per rilanciare la programmazione e non lasciare a metà strada le azioni programmate ed in parte finanziate”. A richiederla, attraverso una nota, è la Cia Area Sud-Potentino che si dice “più interessata a questi aspetti. che all’attività della magistratura ordinaria e della Corte dei Conti, soprattutto dopo il grande successo della Sagra del fagiolo Igp di Sarconi uno dei simboli dell’alta qualità dei prodotti valligiani, a conferma dei nuovi mercati potenziali”. “In previsione dei nuovi programmi di spesa derivanti dalle royalties e del Psr 2014-2020 – dice Nicola Pisano, della Cia – ci sono buoni progetti e valide idee contenute nel Pov che vanno ripresi e portati a termine, perché la filiera agro-alimentare costituisce un punto di forza su cui lavorare per incrementare gli elementi di competitività produttiva dei territori interessati che non possono e non devono puntare solo sull’estrazione petrolifera. Si pensi – aggiunge – alla “Mela Alta Val d’Agri”, che, si contraddistingue per colore e sapore particolarmente accentuati, polpa compatta ed alta conservabilità. Tali elevate caratteristiche qualitative sono dovute alla stretta combinazione esistente fra i fattori pedoclimatici e la professionalità degli operatori che hanno adottato sistemi di produzione finalizzati a valorizzare la naturale vocazione delle aree di produzione. Ma a differenza della mela Igp Alto Adige – sottolinea – i nostri produttori stentano a spuntare un prezzo remunerativo. Di qui le indicazioni che condividiamo per intensificare l’attività rivolta al miglioramento del sistema agroalimentare soprattutto per quanto riguarda le strutture per la lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti con maggiori potenzialità di mercato, tenendo conto anche del tema dell’attrazione di imprese mediante l’offerta di incentivi per la localizzazione di aziende del settore agroalimentare; organizzazione delle filiere produttive tipiche, con un’attenzione alla valorizzazione dei luoghi e all’aumento della produzione in termini di quantità e qualità anche attraverso l’introduzione di innovazioni e certificazioni; creazione – conclude – di una sintonia tra domanda e offerta di lavoro e formazione di addetti nel settore agroalimentare e dei servizi avanzati alle imprese”. Per la Cia Area Sud-Potentino “si è perso già molto tempo da recuperare per sostenere inoltre il settore lattiero caseario dell’Alta Val d’agri (cinque caseifici e 17 produttori di latte), l’ olio extra-vergine di oliva di Montemurro (una dozzina di aziende olivicole), i salumi dell’Alta Val d’Agri (tre salumifici, una decina di allevatori). La rilevanza del settore agroalimentare nell’economia del comprensorio si basa essenzialmente sulla presenza locale di competenze forti; le potenzialità inespresse di filiere tipiche e di condizioni climatiche favorevoli; una buona densità di aziende agricole e zootecniche presente sul territorio che però non ce la fanno più a reggere crisi di mercato, calamità naturali, peso fiscale ed handicap infrastrutturale”.

BAS 05

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