Centrale del Mercure: Cupparo “media”

Incontro oggi a Castelluccio Inferiore. L'assessore: "Tutela dell'ambiente, attività produttive e lavoro sono tre esigenze che devono assolutamente trovare un punto di conciliazione. Non ci può essere incompatibilità tra transizione ecologica e tutela dei lavoratori".

L'assessore Cupparo all'incontro di Castelluccio Inferiore

“E’ sempre più urgente mettere un punto fermo sul presente e sul futuro della Centrale del Mercure; una questione che da sempre impegna le comunità della valle del Mercure sia lucane che calabresi, e su cui tanto si è discusso e tanto si discuterà. Per cercare di arrivare ad una soluzione abbiamo tutti bisogno di abbandonare visioni preconcette e soprattutto ideologiche ed aprirci ad un confronto e dialogo che siano realmente costruttivi”. Lo ha sostenuto l’Assessore allo Sviluppo Economico Francesco Cupparo intervenendo oggi a Castelluccio Inferiore ad un incontro promosso dall’Osservatorio Ambientale Valle del Mercure.
Per l’assessore “tutela dell’Ambiente, attività produttive e lavoro sono tre esigenze che devono assolutamente trovare un punto di conciliazione. Non ci può essere nessuna incompatibilità tra la transizione ecologica e la tutela dei lavoratori. Dobbiamo tutelare i posti di lavoro, così come dobbiamo tutelare la salute dei cittadini dei nostri territori. La vera sfida del futuro prossimo è quella di creare uno sviluppo realmente sostenibile, le due cose non possono che andare a braccetto. Certamente la filiera delle biomasse continua a rappresentare la prima fonte di energia rinnovabile a livello nazionale e internazionale.
Un esempio importante viene dal Progetto Biomasse presentato da Stellantis per lo stabilimento di Melfi, con l’utilizzo di sottoprodotti derivanti dalla lavorazione agricola e dalle attività zootecniche, gli scarti colturali, i reflui degli allevamenti zootecnici e la frazione organica dei rifiuti solidi urbani raccolti in modo differenziato. Inoltre, la produzione di biogas permette di instaurare e sfruttare una sinergia con le comunità circostanti, accrescendo il valore aggiunto dell’agricoltura e ottimizzando l’energia prodotta nell’area circostante. Per la Centrale del Mercure – ha continuato – parliamo di ben altro impianto di ben altra portata con impatti importanti, sia nel bene (cioè dal punto di vista dell’impatto economico ed occupazionale) che nel male (ossia per quanto riguarda l’impatto ambientale). Una questione che è al centro dell’agenda della Giunta Regionale anche attraverso le continue interlocuzioni con il governo, il Ministero competente e la Regione Calabria”.

Cupparo in proposito della posizione del Presidente della Regione Calabria Occhiuto, ha ribadito che il Presidente Bardi ha espresso in più occasioni le motivazioni di dissenso e differenzazione di posizione. “Esse – ha spiegato – nascono innanzitutto da un’esigenza che avvertiamo: è necessario che siano assunte posizioni decise che tengano conto della volontà espressa da Comuni lucani e calabresi, dalle forze sociali e imprenditoriali, delle necessità delle comunità locali, anche in relazione ai lavoratori che sono impiegati presso la Centrale del Mercure e che vanno salvaguardati. Ricordo un dato di fonte sindacale: per la Cgil calabrese e l’organizzazione nazionale di categoria la chiusura della centrale mette a rischio 1.500 posti di lavoro lungo tutta la filiera produttiva. Questo è un dato importante per l’attività che quotidianamente svolgo in regione.
Vogliamo, pertanto, salvaguardare tutta la filiera biomasse e che oltre ai lavoratori addetti alla centrale ha numeri importanti fatti di piccoli operatori e di economia locale, sempre però nel rispetto della tutela e della salvaguardia ambientale.

Per fare questo c’è bisogno di un Tavolo nazionale per l’inclusione delle biomasse all’interno del piano Transizione 5.0 e la classificazione dei residui derivanti dalla manutenzione del verde urbano e forestale come sottoprodotti, consentendone il recupero e la valorizzazione energetica.Il Tavolo nazionale è ancora più necessario dopo che il Consiglio dei Ministri, nel corso della seduta del 23 gennaio scorso, ha deliberato l’impugnazione della legge regionale della Calabria 36/2024 (che di fatto chiude l’attività della centrale), per contrasto con la normativa statale ed europea in materia di energia da fonti rinnovabili e ambiente. Ricordo che nel giudizio innanzi alla Corte Costituzionale, i Comuni di Laino Borgo, Laino Castello, Mormanno, Lauria, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore e Papasidero ed i Consorzi Legno Valle del Mercure e Agricolo Forestale Biomasse Calabria hanno presentato atto di intervento a sostegno del ricorso governativo per la dichiarazione di incostituzionalità della norma. Il prossimo 8 luglio, la Corte Costituzionale si pronuncerà, definitivamente, sulla questione. Ma prima di allora – ha affermato l’assessore – ci attende un lavoro delicato ed importante per favorire le condizioni di rilancio dell’attività della Centrale sempre nella massima e totale sicurezza, innanzitutto per la salute dei cittadini. In questo auspico una attenta attività da parte del Parco del Pollino e del suo nuovo Commissario, a cui porgo i miei saluti istituzionali ed il mio augurio di buon lavoro. Il traguardo da raggiungere è quello di fare della filiera legno-energia un pilastro della transizione energetica, investendo nel continuo miglioramento degli standard di qualità e tecnologia, superando carenze che a livello legislativo rischiano sia di rallentare lo sviluppo di un comparto cruciale per l’economia circolare e la decarbonizzazione, sia di non tenere conto di elementi importanti sulla valutazione dell’impatto ambientale che impianti di questo genere possono avere sui territori dove sono ubicati. Sicuramente, laddove si certificasse che impianti di questo tipo non hanno impatti negativi sulla salute delle persone, non posso che essere dalla parte dei lavoratori e delle imprese, sia di quelli direttamente interessati che di quelli dell’indotto. L’obiettivo – ha concluso Cupparo – è quello di assicurare una produzione di energia in assoluta sicurezza e tranquillità per i territori interessati che porti anche importanti ricadute positive in termini di occupazione per i nostri lavoratori che di produzione di reddito per le nostre imprese”.

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