Intervento di Gerardo Nardiello, segretario regionale UILA-UIL
“La legge per il contrasto al lavoro nero in agricoltura dimostra che il caporalato, da noi purtroppo ancora diffuso, non è invincibile e che, al contrario, è possibile spezzare il legame tra organizzazioni della criminalità e grandi campagne di raccolta nei campi.
È una grande giornata per tutti: per il sindacato che questa legge ha fortemente voluto, per le lavoratrici e i lavoratori che hanno scioperato e manifestato per realizzarla; per i Ministri Martina e Orlando che si sono impegnati in prima persona per raggiungere questo obiettivo; per il parlamento di questo paese, infine, che in maniera rapida e condivisa ha approvato questa importante legge.
E’ una sfida positiva per l’intero paese perché finalmente istituzioni, organizzazioni datoriali e sindacali sono accomunate da un unico obiettivo condiviso: la lotta senza quartiere alla illegalità e la scelta di costruire insieme soluzioni alternative che consentano l’incontro trasparente tra domanda e offerta di lavoro e garantiscano a imprese e lavoratori un sistema di trasporti efficiente per raggiungere i posti di lavoro.
Si volta pagina e si sceglie l’etica del lavoro, in un contesto, quello agricolo, che fino a oggi ha spesso preferito la scorciatoia del caporalato.
Oggi l’Italia agricola sceglie la strada della qualità, non solo delle produzioni ma anche del lavoro e avvia un nuovo percorso virtuoso in cui le parti sociali saranno chiamate ad assumersi in prima persona la responsabilità e l’impegno di far funzionare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
In questo impegno sindacati e imprese potranno essere sostenute dalle istituzioni e da tutti coloro, a cominciare dagli autotrasportatori autorizzati al trasporto di manodopera, che vorranno impegnarsi in questa scommessa. Si volta pagina e si sceglie l’etica del lavoro, in un contesto, quello agricolo, che fino a oggi ha spesso preferito la scorciatoia del caporalato.
Ora dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare per applicare la legge e poter passare da un mercato del lavoro gestito in parte dai caporali, a un mercato del lavoro trasparente e legale gestito dalle parti sociali.
Primo obiettivo: garantire un trasporto efficace ed efficiente su tutto il territorio, che favorisca le aziende agricole che non ricorrono alla schiavitù e che, nella legalità, provano a mantenere sano e vitale un settore fondamentale per l’economia di tante regioni del Sud è pertanto il primo urgente passo da compiere. Bisogna riappropriarsi della legalità con azioni concrete, colmando il vuoto nel quale il caporalato agisce indisturbato o quasi, offrendo condizioni di lavoro disumane, costringendo anche le donne a lavorare per la miseria di poche decine di euro al giorno in situazioni a dir poco massacranti”.