Il consigliere regionale del Gruppo consiliare Pp ricorda la mozione presentata in Consiglio regionale insieme con il consigliere Pace e afferma: “Utero in affitto. Dopo le femministe di ‘se non ora quando’ finalmente un segnale anche dall’Europa”
“All’inizio di settembre scorso – ricorda Bradascio – insieme al consigliere Pace, ho presentato una mozione urgente nella quale si impegnavano i due presidenti della Giunta e del Consiglio regionali di Basilicata, Marcello Pittella e Piero Lacorazza, a sollecitare il Governo italiano ad assumere una posizione chiara e definitiva di rinuncia all'utilizzo della vergognosa pratica della cosiddetta maternità per altri, l’utero in affitto insomma, e di rivolgere la richiesta al Segretario generale dell’Onu, di convocare l’assemblea del Palazzo di Vetro per mettere in votazione una proposta di moratoria delle pratiche di utero in affitto e di genitorialità surrogata in tutto il mondo, nel rispetto particolare che si deve ai soggetti più deboli, che più fatica fanno a far valere i propri diritti umani e civili come le donne in condizioni di bisogno e i bambini appena nati, specialmente se disabili”.<br /><br />“La mozione – ricorda ancora Bradascio – non fu ritenuta urgente ed ancora adesso giace nel dimenticatoio del nostro Consiglio. Potevamo essere i primi a dare un segnale di straordinaria civiltà, ma non mi dispiace di essere stato battuto in velocità nei giorni scorsi dalle femministe italiane di ‘Se non ora quando’ e poco prima di Natale dai parlamentari della Unione europea. Il Parlamento europeo – continua Bradascio – ha votato, infatti ,un emendamento che chiede il divieto nei confronti della maternità surrogata o ‘utero in affitto’: si è affrontato il dibattito all’interno del confronto sul ‘Rapporto annuale sui diritti umani’. L’emendamento in oggetto è stato presentato da Cristian Dan Preda, parlamentare di nazionalità romena iscritto al Partito popolare europeo”.<br /><br />“Nel documento – spiega Bradascio – si afferma che si ‘condanna la pratica della maternità surrogata, che mina la dignità umana della donna, visto che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usate come una merce; considera che la pratica della maternità surrogata, che implica lo sfruttamento riproduttivo e l’uso del corpo umano per profitti finanziari o di altro tipo, in particolare delle donne vulnerabili nei paesi in via di sviluppo, debba essere vietato e trattato come questione di urgenza negli strumenti per i diritti umani’. Con questo stop – aggiunge il consigliere – si afferma che la maternità surrogata riduce la donna, il suo grembo ed i bambini a merce. Un messaggio forte lanciato dal Parlamento europeo e dalla politica dell’Unione europea, in particolare dall’Est Europa che conferma di mantenere ancoraggi saldi con la tradizione giudaico-cristiana”.<br /><br />“I leader socialisti europei – sostiene Bradascio - avevano ripetutamente richiesto di votare contro l’emendamento, questa scelta ha però diviso il gruppo parlamentare ed una parte di parlamentari italiani del Partito democratico hanno votato favorevolmente, così come del resto avevano già fatto nelle tre Commissioni parlamentari di competenza”.<br /><br /><br />