Per il capogruppo del Centro democratico bisogna esigere dall’Eni e dalle compagnie “che oltre ad estrarre idrocarburi in terra ferma e a largo della costa jonica si occupino realmente e concretamente di creare migliaia di posti di lavoro”
“Abbiamo solo una possibilità per dimostrare ai cittadini che hanno ampiamente manifestato sfiducia sulla gestione delle vicende di ricerca ed estrazione di petrolio che il Consiglio e la Giunta regionale ci sono nel compito di tutela dei diritti fondamentali che riguardano il territorio e il lavoro: dimostrare che non siamo in alcun modo disponibili a subire oltre al danno la beffa”. Lo ha detto il capogruppo di Centro Democratico Nicola Benedetto intervenendo in Aula nel dibattito sulla comunicazione dell’assessore Berlinguer.<br /><br />“L’obiettivo centrale da perseguire – ha aggiunto Benedetto – è quello di esigere dall’Eni e dalle compagnie petrolifere che oltre ad estrarre idrocarburi in terra ferma e a largo della costa jonica si occupino realmente e concretamente di creare migliaia di posti di lavoro. Di qui la priorità di ottenere il superamento totale del Patto di Stabilità in modo da poter testimoniare che stiamo lavorando per le nostre comunità locali. Servono – ha detto ancora Benedetto – segnali forti perché è inutile girare intorno al “famigerato” articolo 38 dello Sblocca Italia come è inutile ripetere, retoricamente, che non consentiremo di estrarre nemmeno un barile di greggio in più di quelli concordati. Ricostruire un rapporto tra i cittadini, istituzioni e territorio, come insegna il caso di Policoro è perciò un impegno da portare a termine con atti e provvedimenti. Ed allora si passi rapidamente ai bandi per il turismo di cui Matera Capitale Europea 2019 ha assoluto bisogno perché il turismo vale e produce di più del petrolio e dare attuazione a quanto abbiamo previsto nella Legge Finanziaria di estendere la Valbasento per favorire investimenti industriali e produttivi. Il ‘nesso’ Alto Bradano – Metaponto impone, una volta per tutte, di definire una strategia che non lasci margini ad improvvisazioni, da una parte, e cedimenti dall'altra. Una strategia a tutto campo con interlocutori chiaramente individuati, strumenti altrettanto chiari (non solo ricorsi legali-costituzionali), tempi di intervento, compiti – perché ciascuno faccia quello che può e deve - azioni di verifica-monitoraggio periodica sugli impegni, troppe volte rimasti in mozioni e ordini del giorno perché si prenda atto che i cittadini non si fidano più delle parole”.