Associazione Ambiente e Legalità su discarica Matera

"I materani, attraverso i loro consiglieri comunali, non possono essere offesi da informazioni non veritiere rese in consiglio. Il 5 Febbraio scorso si è riunito il consiglio comunale di Matera per discutere di un impianto di compostaggio che potrebbe essere ubicato nell'area industriale di La Martella. Il consiglio ha votato una mozione in cui ha espresso il proprio dissenso alla realizzazione dell'opera nell'area. Ovviamente e non poteva essere altrimenti, si è parlato di ciclo dei rifiuti urbani, di raccolta differenziata e si è finiti sulla discarica di La Martella. I consiglieri intervenuti hanno chiesto ragguagli sulla gestione e sul futuro di detta discarica". Lo dichiara l'associazione Ambiente e legalità di Matera in una nota del responsabile Pio Abiusi.
"Sul futuro dell'impianto – aggiunge –  la confusione è apparsa totale. Ci sono state chiacchiere a ruota libera circa la chiusura della discarica e la gestione 30nale del post- mortem. E' inutile aprire questo capitolo perchè è evidente come sia la fase di progettazione che di avvio della chiusura che della prima gestione non sono cose per gli uomini che stanno in Comune ed è necessario commissariare tutto il processo affidandolo a tecnici qualificati.. Molto grave è,invece, quanto affermato circa il presunto inquinamento delle falde. Il Comune ha sprecato 18 mesi per convocare la conferenza dei servizi che avrebbe dovuto tenere entro 24 ore dal verificarsi dell'evento; le prescrizioni avute, poi, nel corso della conferenza di servizio tenutasi solo l'11 Novembre del 2014 il Comune le ha disattese ed a distanza di due mesi anche solo i 15 piezometri ritenuti utili per integrare la rete non ci sono, questa è solo la prima fase di un procedimento che permetterebbe di conoscere cosa realmente sia accaduto nel sottosuolo. La latitanza alle prescrizione del d.lgs 152/06 non sono solo del Comune di Matera ma anche della Provincia e della Regione , infatti l'art. 244 del predetto decreto prevede che la Provincia diffidi con ordinanza motivata il responsabile della potenziale contaminazione a provvedere qualora , poi, il responsabile non provvede gli interventi che risultassero necessari sono adottati dall'amministrazione competente , nel nostro caso la Regione. Appare evidente che la Regione debba nominare un commissario per procedere alle fasi necessarie per giungere alla bonifica e questa inerzia, sia della Provincia che della Regione, è censurabile".

BAS 05

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