Per il capogruppo del Pdl-Fi “non si ravvisa alcuna misura in grado di fronteggiare la congiuntura sfavorevole”
“Nell’assestamento di bilancio approvato con il nostro voto contrario più che motivato non c’è nessuna vera misura in grado di fronteggiare la sfavorevole congiuntura economica regionale. Si tratta invece soltanto di una passiva registrazione di quel che è accaduto nel corso dell'anno che ci ha preceduto”. E’ quanto evidenzia il capogruppo del Pdl-Fi che aggiunge “un dato su tutti: gli stanziamenti definitivi sono pari a 3 miliardi e 89 milioni di euro, gli impegni pari ad 1 miliardo e 717 milioni. Ed è un dato questo che è sostanzialmente analogo a quello delle precedenti annualità. Ecco perché non si ravvisa alcuna inversione di tendenza. Tra le risorse definitivamente stanziate e impegnate per far fronte solo ed esclusivamente alle spese correnti, siamo a circa l'88,12 per cento. La percentuale degli stanziamenti invece riconducibili agli investimenti, quelli che rimettono in moto l'economia, quelli che possono produrre sviluppo e benessere, si attesta al 20,64 per cento, due punti percentuali in meno rispetto al 2013”.<br /><br />“Altro che inversione di tendenza – continua – e faccio alcuni esempi: per lo sviluppo sostenibile e la tutela del territorio e dell’ambiente, rispetto ad una dotazione iniziale finanziaria di 366 milioni di euro, l’ impegno è di soli 92 milioni di euro, vale a dire appena il 25,35 per cento. Altro asset, a mio avviso strategico, che può rilanciare e dare una prospettiva alla nostra comunità, quello relativo a sviluppo economico e competitività. Sappiamo tutti che la competitività, lo sviluppo economico può rimettere sui giusti binari il nostro territorio e anche qui stanziamenti definitivi per 282 milioni di euro, e invece impegni per 37 milioni, cioè il 13,17 per cento”.<br /><br />“Trasporti e diritto alla mobilità – dice Napoli – altro tema importante e centrale per quanto riguarda il nostro territorio, tenuto conto di quelli che sono i gap più penalizzanti. Anche qui, stanziamento pari a 162 milioni di euro, riprogrammato poi a 200 milioni di euro, l'impegno di appena 28.764.000 euro (il 14,34 per cento). Cosa significa tutto questo? In soldoni, significa che l’amministrazione regionale non è stata in grado di realizzare programmi di investimenti, che in tempi di recessione avrebbero ben potuto rappresentare un vero volano di sviluppo per il territorio”.<br /><br />“Se neghiamo questa evidenza – aggiunge – e ci accontentiamo di spendere risorse per tenere in piedi strutture che in qualche maniera fanno notare dei punti di criticità in termini di efficienza e di efficacia, questi sono i risultati e sono i risultati che ci dicono come con riferimento alla povertà relativa, nel 2005, l'incidenza era del 26,5 per cento e che siamo passati in dieci anni, dopo l’utilizzo del Copes, al 25,5 per cento. Si tratta di risultati certificati: dopo dieci anni, dopo aver speso 100 milioni per la misura del Copes, dobbiamo pur pensare che qualche cosa non ha funzionato e se continuiamo a dirci invece che va tutto bene non facciamo un danno a noi stessi, lo facciamo alla comunità, lo facciamo ai tanti giovani che ambiscono a delle prospettive importanti e che vorrebbero mettere a disposizione di questo territorio le proprie intelligenze e le proprie conoscenze”.<br /><br />“Non si sottovalutino – dice ancora il capogruppo Pdl-Fi – le previsioni economiche secondo le quali la nostra regione recupererà il livello di ricchezza, perduto a partire dal 2007, non prima del 2025. Queste sono indicazioni socio-economiche certificate, oggetto di uno studio, di un approfondimento e di un’elaborazione seria. Ed è su questi dati che dobbiamo ragionare quando parliamo di inversione di tendenza o quando siamo costretti a registrare passivamente dei risultati che certamente non sono dei risultati positivi. Bisogna mettere mano alla struttura regionale e fare assumere a pieni mani responsabilità in capo a chi dirige gli uffici e soprattutto i settori più importanti e ritenuti strategici per la Basilicata, altrimenti non andiamo da nessuna parte se non responsabilizziamo politicamente quegli stessi uffici a produrre dei risultati positivi (e abbiamo visto quelli che sono i risultati, abbiamo visto le percentuali prodotte in termini di efficacia degli interventi) ma io credo che non avremo un futuro roseo come invece tutti auspichiamo che sia”.<br /><br />“Un altro aspetto che ho sollevato – continua il consigliere – riguarda l'incapacità di tradurre in interventi concreti gli stanziamenti a disposizione, le risorse, che pure abbiamo. E’ sintomatico un’assenza di una visione, manca una strategia, e lo dico perché soltanto se si ha la capacità di leggere quelle che sono le dinamiche future della società, e quindi i bisogni di un territorio, forse possiamo rimetterci sui giusti binari, ma se continuiamo, invece, a fare come abbiamo fatto anche per la manovra di bilancio, non ci può essere alcuna inversione di tendenza rispetto al passato”.<br /><br />“Un altro tema importante – conclude Napoli – è la decisione del Governo regionale di spostare le royalties, o meglio le risorse disponibili, che pure abbiamo immaginato per taluni interventi nel corso degli anni. Mi chiedo perché. Francamente continuo a non spiegarmelo specie perché l’incremento di occupazione realizzato tra entrate ed uscite dal lavoro è di appena 410 unità, che in termini percentuali rappresenta lo 0,6 per cento. Almeno noi non ci possiamo accontentare”.<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />