Sono 228 le aziende agrituristiche lucane in attività censite dall’Istat, con al timone 120 uomini e 108 donne, con una percentuale femminile che è al di sopra della media nazionale.
Il 51,8% (118) è collocata in montagna, il 24,6% (56) in collina e il 23,7% (54) in pianura. I posti letto sono complessivamente 2.993 (668 sono in abitazioni indipendenti) e 103 le piazzole per camper e roulotte. Solo 66 aziende agrituristiche si limitano al pernottamento.
“L’Istat – è il commento di Turismo Verde-Cia Basilicata – ha dunque documentato lo stato di “buona salute” degli agriturismi italiani nel 2010 e di conseguenza di quelli lucani che registrano un incremento in un anno dell’1,4%. Ma la situazione oggi non è più così rosea: nel corso del 2011, infatti, le difficoltà economiche delle famiglie e la necessità di risparmiare hanno ridotto spostamenti, viaggi e villeggiature. E anche gli agriturismi hanno pagato questa crisi della “vacanza”, con una flessione delle presenze superiore all’8 per cento. Nonostante i prezzi sostanzialmente fermi da oltre un anno. Ora il futuro si fa ancora più cupo: la manovra del governo, attraverso la tassazione degli edifici rurali, taglierà fino al 20 per cento il reddito degli agriturismi, con un aggravio di costi vicino ai 2 mila euro per ogni azienda. Non è possibile chiedere al settore un sacrificio del genere – continua Turismo Verde-Cia – che sollecita anche l’impegno del Dipartimento Agricoltura della Regione. C’è bisogno di correggere al più presto il tiro, anche se la fiducia comincia a mancare, visto che si è persa anche l’occasione del Milleproroghe. Ma gli agricoltori non possono pagare l’Imu per i terreni, poi per i fabbricati rurali e poi anche per i beni strumentali all'attività agricola”.
Bas 03