Una volta li chiamavano "figli di papa'". E la definizione non assumeva un'accezione positiva. Oggi, nel settore agricolo i giovani che subentrano ai genitori alla guida dell'impresa familiare fanno crescere il fatturato, in media, di oltre il 30 per cento. E' quanto emerge da un'analisi condotta dall'Agia, l'associazione giovani imprenditori della Cia-Confederazione italiana agricoltori, i cui dati principali sono stati anticipati oggi a Bruxelles nel corso della conferenza "I giovani agricoltori per l'Europa del futuro" alla quale ha preso parte anche una delegazione lucana.
“I giovani hanno voglia di tornare alla terra, di investire nel lavoro in campagna – sottolinea presidente regionale dell’Agia Giannino Lorusso -. Agevolare il loro ingresso in agricoltura è fondamentale perché significa aprire le porte all’innovazione, alla competitività, all’internazionalizzazione”.
Già oggi le imprese “junior” creano in media il 35 per cento di valore aggiunto in più dei colleghi maturi, grazie a un maggior grado di dinamismo e creatività, attitudine al rischio e propensione all’export. Ma anche grazie a una più elevata sensibilità per le tematiche sociali e ambientali. Perché i giovani non si fermano solo agli agriturismi ma creano vere e proprie fattorie didattiche: in Italia le conducono il 4,7 per cento degli “under 40” contro l’1,2 per cento degli “over 40”.
In Basilicata, le aziende agricole con giovani al di sotto dei 29 anni (secondo dati aggiornati di Infoimprese-Unioncamere e purtroppo fermi al 2009) sono 903 di cui 522 in provincia di Potenza e 381 nel Materano, che rappresentano una quota superiore al 25% del complesso di imprese giovanili che non si accontentano solo di produrre coltivazioni certificate, ma le vendono quasi sempre in azienda: la vendita diretta, infatti, è appannaggio del 22,6 per cento degli “under 40” contro il 15 per cento degli “over”.
I giovani imprenditori agricoli, in più, scelgono sempre un approccio eco-sostenibile nelle loro attività: i servizi per l’ambiente e la produzione di energia alternativa sono una prerogativa aziendale per il 7,2 per cento degli “under 40” contro il 4 per cento degli “over 40”.
Insomma “sono i giovani a modernizzare l’agricoltura –aggiunge il presidente Agia-Cia – e a renderla davvero multifunzionale. E questo nonostante i vincoli e il carico della burocrazia italiana che certo non incoraggia a fare impresa. Cito solo qualche esempio: ci vogliono quasi 2 anni per ottenere un finanziamento pubblico, mentre gli oneri burocratici costano a ogni azienda più di 7mila euro l’anno”.
I problemi per i giovani che vogliono fare agricoltura in Italia sorgono a monte, si è detto durante la conferenza a Bruxelles, e riguardano prima di tutto le difficoltà legate all’accesso al bene terra. Se in Francia un ettaro costa in media 5.500 euro e in Germania 6.500 euro, da noi i prezzi sono assolutamente proibitivi: un ettaro di terreno viaggia mediamente intorno ai 18 mila euro. Una spesa esorbitante, e molto spesso impossibile da affrontare, tanto più che oggi le banche sono sempre più restie a concedere finanziamenti ai giovani. In questo contesto, si inserisce la norma contenuta nella legge di stabilità che prevede la vendita dei terreni demaniali, con diritto di prelazione per gli agricoltori con meno di 40 anni. Secondo l’Agia-Cia, si tratta di un provvedimento che va nella giusta direzione e che può dare risposte importanti a chi vuole intraprendere o continuare l’attività agricola. Ma è essenziale che il Mipaaf, di concerto con il ministero dell’Economia, proceda in tempi rapidi ai previsti decreti attuativi e poi che la vendita sia davvero a prezzi agevolati e con condizioni più favorevoli per gli “under 40”. Serve quindi una procedura veloce e soprattutto trasparente, per favorire realmente i giovani evitando che nelle vendite s’inseriscano speculatori.
Anche a livello Ue qualcosa si sta muovendo a sostegno degli agricoltori “junior”. Nella riforma della Pac post 2013 “è positivo che sia stata accolta la proposta lanciata dall’Agia di assegnare ai giovani un pagamento diretto aggiuntivo fino al 2 per cento del budget nazionale. C’è bisogno, però, di alcune correzioni per garantire effettivamente un futuro di certezze agli agricoltori e in particolare a chi ha meno di 40 anni”.
BAS 05