Da domani 28 febbraio al 2 marzo, tra Melfi, Putignano e Matera, capitale europea della cultura 2019, si svolgerà il convegno di studi “Il Carnevale e il Mediterraneo. Maschera e Cibo”. L’iniziativa è organizzata dal Centro internazionale di ricerca e studi su Carnevale Maschera e Satira (Cms) con il sostegno delle Regioni Puglia e Basilicata, del Comune di Melfi, dell’Apt Basilicata e della Fondazione Carnevale di Putignano. Collaboreranno alla realizzazione della tre giorni anche le Università di Bari, Basilicata, Repubblica di San Marino e Freiburg, insieme a Fondazione Ignazio Buttitta di Palermo, polo liceale Majorana-Laterza di Putignano ed Heidelberger Akademie der Wissenschaften. La prima giornata si terrà a Melfi ed avrà inizio alle ore 9 nel palazzo vescovile. La seconda inizierà in mattinata a Putignano e proseguirà nel pomeriggio, a Matera, nell’ex ospedale San Rocco, dove si svolgerà anche la terza ed ultima giornata. Prenderanno parte antropologi, sociologi, storici, filosofi e studiosi della tradizione letteraria e popolare provenienti da prestigiose università italiane e straniere. Oggetto di analisi e di approfondimento saranno le tradizioni e riti carnevaleschi di vasta area geografica e culturale ovvero temi e problemi, immagini e simboli di una grande, antica civiltà come quella mediterranea che gli studiosi esamineranno soprattutto attraverso gli importanti, significativi rapporti che legano la festa al territorio e al cibo. Ma come è nata l’iniziativa? Nel febbraio 2009 e nel marzo 2011 e 2013 l’Amministrazione comunale di Putignano- Assessorato alla Cultura organizzò tre convegni di studio, i cui Atti curati da P. Sisto e P. Totaro costituiscono oggi un importante punto di riferimento per la comunità scientifica (Il Carnevale e il Mediterraneo. Tradizioni, riti e maschere del Mezzogiorno d’Italia, Progedit 2010; La maschera e il corpo, Progedit 2012; La maschera e il potere, Progedit 2014). Un quarto convegno, “Maschera e linguaggi” (i cui Atti sono stati pubblicati da Progedit nel 2016), è stato promosso e finanziato nel febbraio 2015 dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Rispettando la cadenza biennale, dopo il V Convegno incentrato sul tema “Maschera e alterità”, all’appuntamento di quest’anno prendono parte antropologi, demologi, semiologi, sociologi, storici, filosofi e studiosi della tradizione letteraria e popolare provenienti da prestigiose università italiane e straniere. Oggetto di analisi e di approfondimento tradizioni carnevalesche e satiriche di una vasta area geografica e culturale ovvero temi e problemi, immagini e simboli di una grande, antica civiltà come quella mediterranea che gli studiosi esaminano soprattutto attraverso gli importanti, significativi rapporti che legano la festa al tema del cibo e della fame, della gola e dell’abbondanza alimentare. Anche in questa occasione verranno pubblicati gli Atti, testimonianza tangibile e duratura di una iniziativa che proietta il Carnevale di Putignano e del Mezzogiorno d’Italia in una dimensione europea. È previsto l'esonero MIUR per i docenti delle scuole superiori. Il CMS ha anche promosso l’istituzione del Museo diffuso del Carnevale di Putignano che si può visitare in cantine, botteghe e palazzi del centro storico (info 3278957407; pagina facebook Museo diffuso Carnevale di Putignano).
La relazione tra cibo e festa è tema al quale da tempo gli studi etno-antropologici hanno prestato attenzione, evidenziando, per un verso, come in esso si celi un legame fondamentale per comprendere le ideologie e i sistemi mitici e rituali che, entro un processo di costante ridefinizione storico-culturale, sottendono e regolano le performances festive del tempo grasso; e conseguentemente rilevando, per altro verso, la necessità di procedere a sempre rinnovate indagini e riflessioni anche dirette a enucleare le specificità territoriali e le trasformazioni della morfologia degli alimenti festivi e delle pratiche alimentari nonché delle relative attribuzioni semantiche. Ciò, in particolar modo, in un’epoca che vede un proliferare di iniziative, esogene e endogene alle comunità, di patrimonializzazione delle storie e culture locali, di riscoperta identitaria, di valorizzazione delle produzioni agro-alimentari e delle tradizioni eno-gastronomiche anche in chiave di promozione turistica. È un dato di fatto, d'altronde, che produzioni, offerte e consumi ritualizzati di specifici alimenti siano attestati in numerosissime e fondamentali occorrenze festive: il cibo è paradigma della ricchezza, del benessere e della vita, forma primaria della comunicazione e dello scambio, misura e garanzia esistenziale. La condivisione del cibo, la sua redistribuzione materiale e simbolica e, soprattutto, il suo spreco, si presentano come garanzia della continuità della vita naturale e sociale, auspicando e prefigurando la futura ricchezza e ritessendo le relazioni inter-individuali e inter-comunitarie. Non è un caso che i Saturnali, le cui forme e i cui contenuti sono largamente proseguiti nel Carnevale, fossero feste assai popolari nel mondo romano. Entro questa prospettiva particolare rilevanza ha il momento calendariale dell’uccisione del maiale, come documentano molte attestazioni e un’ampia letteratura etnografica. Tale uccisione si effettuava nel tempo invernale, canonicamente in un data prossima alla festa di sant’Antonio Abate, il 17 gennaio.