“Le tre lettere di contestazione di addebiti con sospensione cautelativa dal lavoro di tre operai della Fiat Sata di Melfi rappresentano un grave atto di prevaricazione ed un ricorso strumentale all’esercizio del potere disciplinare assolutamente privo di qualsivoglia fondamento”. Lo afferma, in un comunicato stampa, Paolo Pesacane, assessore provinciale di Potenza (Sel). “Questo episodio – aggiunge – appare tanto più grave quanto più si consideri che due degli operai sospesi sono degli rsu appena eletti come rappresentanti dei lavoratori alle scorse elezioni in fabbrica nelle liste della Fiom Cgil, risultato il primo sindacato. Le contestazioni mosse appaiono pretestuose ed il richiamo da parte dell’azienda ad una presunta violazione di un diritto costituzionalmente garantito quale la libertà di iniziativa economica sembra in effetti disvelare un attacco al diritto di sciopero che nell’idea della Fiat può essere cancellato per contratto. La vicenda di Pomigliano, infatti, ci fa intendere come la Fiat non voglia riconoscere lo sciopero come un diritto fondamentale garantito dalla Carta Costituzionale. È auspicabile, invece, che l’azienda soprassieda dall’adottare provvedimenti disciplinari definitivi nei confronti dei tre lavoratori, contribuendo così a ripristinare un clima di corretto e leale svolgimento delle relazioni sindacali. Una simile azione da parte dell’azienda favorirebbe ed agevolerebbe un confronto più sereno sui temi generali di questa delicatissima fase. Un atto di segno diverso, specie alla luce della enorme solidarietà espressa dai lavoratori ai tre compagni sospesi, contribuirebbe ad alimentare sospetti sul carattere “politico” dei provvedimenti in questione”.
(bas – 04)