Museo diocesano di Potenza, il percorso espositivo

Una significativa selezione di opere della Cattedrale e di alcune parrocchie della città

Dal Tesoro della Cattedrale provengono i preziosi argenti sacri, molti dei quali esposti al pubblico per la prima volta: calici, pissidi, croci, reliquiari, ostensori, realizzati da argentieri napoletani tra il XVI e il XIX secolo. La maggior parte della suppellettili in argento è stata donata da munifici vescovi che hanno retto la diocesi di Potenza: Carlo Pignatelli, Gaetano Avigliano, Bartolomeo De Cesare, Ignazio Marolda, Michelangelo Pieramico.
Si segnalano il Reliquiario di Sant’Aronzio del 1541, esemplato su forme architettoniche tardogotiche, la Pisside reliquiario calice poi trasformato in reliquiario, per contenere la preziosa reliquia del Sangue di Cristo, portata a Potenza tra il 1648 e il 1656 dal vescovo Bonaventura Claverio; e ancora, il superbo Ostensorio settecentesco, opera dell’argentiere che si sigla ‘S.C’; due Calici fusi ’a giorno’ uno dei quali reca sul piede lo stemma del napoletano Carlo Pignatelli, vescovo a Potenza dal 1715 al 1722; la maestosa Croce astile del 1714; il Calice siglato dall’argentiere Carmine Murolo, il Parato di cartaglorie, in lamina d’argento dorato, datato 1748; per finire, gli argenti della prima metà dell’800, che già riflettono influssi neoclassici, e del ‘900.
All’interno del percorso sono inseriti alcuni manufatti in seta con ricami in oro e argento: un ottocentesco Paramento liturgico, commissionato dal vescovo Ignazio Marolda, tre Mitrie del XVIII e XIX secolo.
L’allestimento comprende inoltre dipinti su tela e su tavola provenienti dall’Episcopio e dalla Chiesa di San Francesco che documentano gli influssi esercitati dalla cultura artistica napoletana sulla produzione pittorica lucana, a cavallo tra gli ultimi decenni del XVII secolo e la prima metà del Settecento.
Provengono dall’Episcopio le due tele raffiguranti la Madonna con Bambino tra Sant’Antonio e San Filippo Neri e la Madonna del Rosario, entrambe del XVII secolo, e dalla Chiesa di San Francesco la Vergine che allatta il Bambino dormiente (fine del XVII – primi del XVIII secolo) e la Madonna con Bambino (prima metà del XVII secolo).
Le cinque tavolette con le Storie di Sant'Antonio, pannelli laterali superstiti di una icona, sono datate 'marzo 1645'.
Sono esposti altresì antichi testi, tra cui una Bibbia miniata del XV secolo e il Registro parrocchiale del 1600, dall’archivio della Cattedrale.
A queste opere, che costituiscono il nucleo fisso e centrale dell’allestimento museale, si aggiungeranno testimonianze artistiche da chiese della Diocesi, secondo criteri dettati da precise scelte tematiche.
bas 02

    Condividi l'articolo su: