“La legge regionale n. 11 del 2008 sulle Comunità locali non aveva ancora l’età per andare alla scuola materna che già è stata, con un infanticidio, rimandata da dove era venuta”
"Il Movimento per le Autonomie ha espresso un deciso no agli articoli 21, 22, 23, e 24 della finanziaria denominati Capo della Governance”. A ricordarlo il capogruppo dello stesso Movimento, Francesco Mollica, precisando che “non è che non si condivide l’eliminazione di enti inutili ma il no è dovuto ad atteggiamenti e ad un modo di fare che nulla hanno a che fare con la semplificazione ed il risparmi di spese considerate inutili”.
“Un no deciso – dice Mollica – verso un modo di fare pressappochista e confuso nel quale un’idea di partenza diventa, per effetto delle numerose mediazioni, dimostrato dal diverso voto di tanti, tantissimi esponenti della stessa maggioranza congiuntamente a quelli che rilasciano espresse dichiarazioni di voto per vincoli di maggioranza ma non per quanto affermato in precedenza. La legge regionale n. 11 del 2008 – prosegue l’esponente Mpa – sulle Comunità locali non aveva ancora l’età per andare alla scuola materna che già è stata, con un infanticidio, rimandata lì da dove era venuta. Era stata a suo tempo presentata in lungo ed in largo come grande idea riformatrice ma, dopo soli due anni, quando non aveva ancora iniziato a fare i primi passi ecco che viene considerata vecchia, obsoleta, e da cancellare. Il no espresso durante la seduta consiliare va esattamente in questa direzione considerato come una legge deve maturare, deve essere compresa per raggiungere gli obiettivi che si prefigge. Un no ad una legge non discussa, sviscerata nonché arricchita dalle varie esperienze ed anime di chi compone il Consiglio regionale; una legge presentata a sorpresa e dove l’Mpa voleva conoscere fino in fondo l’anima e dove questa legge deve portare. Basti pensare – continua Mollica – solo ai dipendenti, pur trattati nell’articolato della Finanziaria e pari a 280 unità, a come questi saranno impiegati ed in quale posizione giuridica. Entreranno nei ruoli dei Comuni, della Regione, saranno posizionati in soprannumero magari nei ruoli ad esaurimento? Tutto questo la legge non lo dice, ma dice solo che la Regione dovrà caricarsi del loro costo e sorge spontaneo un dubbio relativo al fatto che nelle Comunità locali fra i 280 dipendenti vi erano circa 20 dirigenti di cui la Regione si accolla il costo perché qualche giorno prima nell’ambito di una delibera della scelta di 54 dirigenti, tanto contestata da molti, non si è pensato di dover impegnare qualcuno”.
“La comunità lucana – afferma ancora Mollica – dovrà forse accollarsi l’onere di un dirigente che non dovrà lavorare così come l’idea della trasformazione in aree programma non chiare, non definite dove i servizi associati sono già previsti dalle norme nazionali e dove attraverso la norma regionale non si comprende fin dove queste aree programma espliciteranno il proprio ruolo. Erano queste le motivazioni per cui si è espresso un no convinto a questa riforma. Un no che era condiviso nell’ambito dell’iter delle Commissioni dai membri sia di maggioranza che di minoranza; e qui ci verrebbe da dire che qualcuno nel passaggio dell’atto dalle Commissioni al Consiglio si è ricreduto convertendosi sulla via di Damasco, cambiando repentinamente idea ed atteggiamento dovuti ad una contrattazione di chissà quale altra cosa”.