“La Banca Popolare del Mezzogiorno dichiara che nulla cambierà dopo il trasferimento degli uffici strategici della Direzione Generale da Matera a Crotone, eppure già da giugno ha revocato i contributi per il Museo delle Arti applicate – Casa di Ortega”. Ad affermarlo è Raffaello De Ruggieri, presidente della Fondazione Zétema che cura il progetto di recupero di uno stabile nel Sasso Barisano che diverrà al contempo sede espositiva delle opere donate da Josè Ortega al Circolo culturale La Scaletta e inedito spazio promozionale della produzione artigianale materana.
E’ datata 24 giugno la lettera inviata da Crotone e firmata dal condirettore generale della Banca popolare per il Mezzogiorno, Massimo Mancini, in cui si annuncia la revoca del contributo di 20mila euro per il museo delle Arti applicate – Casa di Ortega. Somma che veniva erogata a seguito del protocollo d’intesa stipulato il 12 settembre 2008 fra l’allora direttore generale della Banca popolare del Materano Giampiero Maruggi e il presidente della Fondazione Zétema Raffaello De Ruggieri. Un documento d’impegno in cui la BpMat affermava “che consapevole del forte rapporto con il proprio territorio, ha positivamente valutato la qualità culturale e artistica di quanto programmato e realizzato dalla Fondazione Zétema di Matera, con particolare riferimento al proposto presidio culturale individuato come Museo delle Arti applicate: Casa di Ortega”.
“E’ bastato l’allontanamento di Maruggi dalla direzione generale – prosegue De Ruggieri – perché decadesse la validità del protocollo d’intesa. La “qualità culturale e artistica di quanto programmato” è stata messa in subordine rispetto alle tempistiche di completamento che, non per nostra volontà, si sono procastinate”.
De Ruggieri non ha esitato, prendendo atto della volontà della Popolare del Mezzogiorno di recedere unilateralmente dagli impegni fissati con la sottoscrizione del protocollo d’intesa, e il 14 luglio ha scritto a sua volta ai responsabili dell’istituto di credito calabrese.
“Ancora una volta – scrive nella lettera di risposta De Ruggieri – la distanza dai territori impedisce di comprendere la realtà delle situazioni e suggerisce scelte affrettate e ingiustificate che penalizzano progetti di alta qualità. Tali comportamenti non mi sorprendono più perchè espressioni di un Mezzogiorno refrattario a tonificare concrete e prestigiose produzioni culturali. Prendo, comunque, atto della notificata decisione e registro la fragilità della denunciata incomprensione, per cui nel prossimo Consiglio di Amministrazione proporrò di individuare in un istituto di credito più legato al nostro territorio il tesoriere e il referente finanziario della nostra Fondazione, interrompendo il nostro rapporto ultraventennale”.
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