Finanziaria, Napoli: manovra superficiale senza prospettive

La sintesi dell’intervento del consigliere del Pdl nel corso del dibattito odierno sulla manovra finanziaria per il 2011

Napoli ha evidenziato “la necessità di fare un bilancio dei risultati conseguiti dall’azione messa in campo dal Governo regionale e, soprattutto, di verificare ciò che si intende fare in una regione che sta vivendo un momento di profonda crisi, non solo economica, e che vede gravi incertezze che attanagliano la maggioranza in merito alle soluzioni istituzionali da intraprendere”.

“Pur riconoscendo la gravità della situazione economico-finanziaria nazionale ed internazionale – ha sottolineato Napoli – vi è l’urgenza di analizzare separatamente le diverse realtà territoriali caratterizzate da proprie peculiarità. Il fatto inconfutabile è che alla luce di quanto rilevato, anche da Bankitalia, siamo in presenza di una fase di assoluto stallo che vede la nostra regione agli ultimi posti per quanto concerne crescita e sviluppo. Una finanziaria, quest’ultima, che alla pari delle precedenti, si dimostra fin da ora, incapace di incidere positivamente sul tessuto sociale e di dare risposte concrete alle esigenze delle nuove generazioni, destinate, ancora una volta, a restare al palo. Da rilevare – ha continuato Napoli – la scarsissima attenzione per i Consorzi industriali che andrebbero riformati, evitando di mantenere in piedi carrozzoni forieri di spese inconsulte ed improduttive, così come non si riserva la dovuta attenzione a moderni strumenti operativi come i contratti di rete. Inconcepibile, inoltre, il silenzio sulla vicenda dei contratti in derivati che stanno procurando un danno notevole alle casse regionali, nonché l’assoluta inadeguatezza delle politiche dirette a favorire i processi di formazione, attrazione e valorizzazione: non si tratta di elargire qualche milione di euro in più all’Università di Basilicata quanto piuttosto di comprendere meglio il funzionamento della catena del valore e del merito. Il sistema economico – ha ribadito Napoli – richiede un sempre maggiore livello di specializzazione, di tecnicizzazione e di capacità di interagire con la comunità scientifica internazionale, tendenze queste che la politica del governo regionale non è ancora riuscita ad interpretare e porre in essere”.

“Altro aspetto che avrebbe meritato la giusta attenzione – ha proseguito il consigliere del Pdl – è il deficit sanitario, poiché nulla è previsto circa il ripiano dei debiti delle disciolte Asl, quantificabile in non meno di 50 milioni di euro, né risultano assunte decisioni incisive per riportare sotto controllo i costi di gestione al fine di affrontare senza affanni gli appuntamenti ormai prossimi con il federalismo fiscale. Perché non prevedere – è la proposta di Napoli – nel quadro della prossima transizione verso la nuova configurazione federalista dell’Ente un collegio dei revisori dei conti integrati in un organismo istituzionale per affrontare le problematiche di ordine contabile, fiscale, legale, finanziarie e di gestione. Per quanto concerne, infine, i progetti Gel e Alba dire che non hanno prodotto i risultati sperati è un eufemismo”.

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