Fiat, Dc: conflittualità non diventi obbligatoria

“Rispetto alla situazione di forte tensione sociale che si è determinata alla Fiat di Melfi noi non ci rassegniamo all’idea che la conflittualità debba essere una sorta di fase obbligatoria per il presente e, peggio ancora, il futuro delle relazioni tra azienda automobilistica e lavoratori”. A sostenerlo è la Commissione Lavoro del comitato regionale della Basilicata della Dc che, in una nota, giudica “irresponsabile l’atteggiamento del gruppo dirigente della Fiat destinato ad avere ripercussioni sui progetti industriali dell’azienda torinese nel nostro Paese. Il dialogo fra le parti sociali per relazioni industriali improntate al confronto e alla partecipazione, una buona produttività del lavoro, il rispetto del contratto nazionale, comportamenti sindacali corretti e costruttivi, un efficiente uso degli impianti – sottolinea la Dc – come accade in altri Paesi Occidentali devono diventare anche da noi la normalità se non vogliamo allontanare gli investimenti e favorire la delocalizzazione delle aziende all’estero, come nel caso di Fiat in Serbia. Da parte nostra la più convinta solidarietà agli operai della Fiat perché sono i profondi valori cattolici del lavoro che ci avvicinano a loro. L’enciclica Laborem exercens, afferma che “la questione operaia ha fatto sorgere e quasi irrompere un grande slancio di solidarietà tra gli uomini del lavoro e, prima di tutto, dai lavoratori dell’industria”. La reazione contro la degradazione dell’uomo come soggetto del lavoro, aggiunge l’enciclica, “ha riunito il mondo operaio in una comunità caratterizzata da una grande solidarietà”. Questa solidarietà era ed è uno dei principali segni dell’umanesimo universale del lavoro, valore che intendiamo difendere insieme ai diritti fondamentali dei lavoratori, primo fra tutti il riconoscimento della dignità personale”.

BAS 05

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