“Le esternazioni offensive di Gheddafi perché l’Islam diventi la fede di tutti gli europei fanno il paio con quelle, di qualche giorno fa, dell’a.d. del’Eni Scaroni, suo socio d’affari, secondo il quale le aziende italiane sarebbero scoraggiate a fare investimenti al Sud per l’assenteismo dei lavoratori meridionali. Siamo di fronte a due gravissimi casi che colpiscono la coscienza e la dignità delle nostre popolazioni”. A sostenerlo, in una nota, è la segreteria regionale della Dc della Basilicata sollecitando una risposta unanime dell’intera società lucana, dai partiti alle associazioni e naturalmente le istituzioni, perché “si chieda conto al leader libico come al manager Eni delle proprie farneticazioni. Quanto agli affari con Gheddafi, i lucani non dovrebbero dimenticare il trattamento riservato all’industria Alimentare Lucana (Gruppo Crisci) che, a cavallo tra gli anni settanta-ottanta, fu costretta al fallimento a seguito di un megacontratto di forniture alimentari non onorato dagli uomini del colonnello libico, come non dovrebbero dimenticare la brutta esperienza di tantissimi esuli anche lucani cacciati dalla Libia dopo essere stati privati di ogni bene. Il Presidente della Giunta De Filippo, inoltre, – sottolinea la segreteria della Dc – dovrebbe quanto meno inviare una nota ufficiale di protesta all’a.d. Scaroni ed esigere scuse ufficiali perché il manager non può sottovalutare l’apporto energetico che viene dalla Basilicata dove i suoi dipendenti non sono affatto assenteisti”.
Bas 03