Copam, autorizzazioni: semplificare ma nel rispetto ambiente

Gli approvvigionamenti energetici di pari passo con la sicurezza e lo sviluppo sostenibile. Che cosa prevede la legge.

Da una parte i ritmi dell’industria estrattiva e la volontà di accelerare le procedure, specie in momenti, come quello attuale, in cui lo scenario internazionale rende incerti gli approvvigionamenti energetici. Dall’altra i tempi di chi, invece, deve controllare che tutto si svolga senza conseguenze e deve autorizzare le diverse attività. Nello scenario delle estrazioni petrolifere in Basilicata c’è anche questo, un confronto continuo nel cui assetto c’è la forza di un sistema che riesce a garantire operatività e sicurezza.
La questione ha avuto eco al Copam nel confronto tra Sergio Garribba e Franco Terlizzese del ministero dell’Industria e dello Sviluppo economico e i rappresentanti del Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità della Regione Basilicata, Lucia Possidente, Maria Felicia Marino, Filomena Pesce, Salvatore Lambiase, alla ricerca di una condivisione degli obiettivi futuri sulle politiche estrattive lucane.
Le risorse petrolifere possono rappresentare un capitale importante per lo sviluppo economico dei territori che le custodiscono. “Siamo fortemente interessati a una nuova intesa con la Basilicata – ha confermato Garibba – e sappiamo che questo processo dovrà avvenire nel segno della concertazione, ma anche che, rispetto alla attuale situazione internazionale, rallentare i processi potrebbe portare a una perdita di valore del patrimonio lucano”. Ma, affinché le ricchezze del sottosuolo siano una reale opportunità per lo sviluppo del territorio, è necessario adottare una politica estrattiva vicina alle esigenze delle comunità locali che, senza rinunciare alle massime garanzie di sicurezza, snellisca i procedimenti autorizzativi.
La legislazione italiana prevede che ci siano almeno tre diverse valutazioni ambientali favorevoli per poter mettere in esercizio un pozzo; questa procedura, se da un lato aumenta i tempi necessari prima che sia effettivo lo sfruttamento delle risorse, dall’altro fornisce una conoscenza approfondita del territorio e un’alta capillarità dell’informazione nei confronti delle comunità interessate dalle ricerche favorendo così un’attiva partecipazione delle comunità alle decisioni degli enti pubblici e delle compagnie.
In Basilicata, oltre alle riserve di idrocarburi già conosciute, si stima che ci siano progetti cantierabili per oltre 1 miliardo di euro, con il possibile impiego di almeno 9mila dipendenti diretti e indiretti. Prima però che queste potenzialità possano diventare realtà è necessario dialogare con quanti vivono e operano in Basilicata, è necessario che la sicurezza degli approvvigionamenti energetici vada di pari passo con la sicurezza ambientale. La valutazione delle specificità territoriali – è emerso dall’incontro – può essere un importante presupposto per uno sviluppo sostenibile che non trascuri la salvaguardia e il miglioramento del contesto di vivibilità ambientale.
Sviluppo sostenibile – è stato ricordato – significa soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie necessità: una pianificazione concertata tra Stato e Regione può dare ai cittadini una prospettiva di ampio raggio in cui il futuro sia meno incerto. Se, quindi, la semplificazione autorizzativa può essere correttamente intesa come de-burocratizzazione, tutte le verifiche da compiere vanno compiute con i tempi necessari: la sicurezza, insomma, resta una priorità inderogabile.

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