“La situazione di “stallo” determinatasi nel confronto tra la Direzione SATA di Melfi e le OO.SS. sul nuovo modello organizzativo della produzione a Melfi porta a fare qualche riflessione al fine di trovare le soluzione adeguate che coniughino le richieste dell’Azienda e le condizioni di lavoro dei lavoratori della SATA e dell’indotto”. Lo afferma in un comunicato Giuseppe Cillis della segreteria provinciale Cgil di Potenza
Per quanto riguarda la produttività e la competitività – prosegue – “lo stabilimento di Melfi con una produzione di 72 vetture per occupato si colloca già oggi ai primi posti per livelli di produttività tra gli stabilimenti automobilistici a livello globale. Se, da un lato, questo è il risultato della sua organizzazione del lavoro, dell’intensificazione della prestazione di lavoro e degli investimenti, dall’altro lato, ciò ha prodotto e sta producendo un disagio crescente sul piano della salute e delle condizioni di lavoro, come dimostra il numero di lavoratori con ridotte capacità lavorative presenti nello stabilimento SATA come nelle aziende dell’indotto di Melfi.
Ciò significa che ulteriori ed eventuali incrementi di produttività non potranno ricercarsi nell’ intensificazione ulteriore dei ritmi di lavoro, ma solo su nuovi investimenti e sull’aumento dell’occupazione anche al fine di non compromettere ulteriormente le condizioni di salute dei lavoratori che finora vi hanno concorso in maniera determinante”
Cillis si sofferma anche sugli investimenti annunciati per gli stabilimenti italiani dal Piano Industriale 2010-2014, “di cui ad oggi per lo stabilimento SATA di Melfi non si conoscono ancora i dettagli, non potranno basarsi solo sull’ipotizzato aumento della capacità produttiva, ma dovranno riguardare anche la qualità del prodotto ed in particolare la progettazione e l’effettiva produzione di autoveicoli innovativi dal punto di vista della motorizzazione poiché solo sulla componente dell’innovazione di prodotto si giocherà la vera competitività dei prossimi anni tra le principali case automobilistiche.
Allo stesso modo, come sostiene ormai da diverso tempo la Fiom, lo sviluppo dell’ indotto di Melfi dovrà orientarsi sempre di più verso il campo della ricerca e dell’innovazione al fine di favorire, anche in Basilicata, lo sviluppo di un polo industriale che coniughi la presenza di lavorazioni tradizionali con l’attività di ricerca sui nuovi materiali. Detto in altri termini investimenti che mirino a potenziare le attività di ricerca, sperimentazione e progettazione sui nuovi materiali relativamente alla scocca dell’auto, anche attraverso una più strutturale e coordinata attività di collaborazione con l’Università di Basilicata e con altri organismi di ricerca esistenti in Regione o nel resto del Mezzogiorno”.
Per quanto riguarda le relazioni industriali, secondo l’esponente sindacale della Cgil “l’esperienza contrattuale degli ultimi anni a Melfi indica che quando si accetta l’elemento della contrattazione come strumento della mediazione dei diversi interessi in campo ( lavoratori e azienda) è possibile trovare le eque soluzioni organizzative e produttive in grado di coniugare gli obiettivi dell’impresa con le richieste dei lavoratori a tutela dei diritti e delle loro condizioni di lavoro. Per questo motivo il confronto tra le parti sul Piano Industriale (ERGO-UAS, Investimenti,Occupazione,Relazioni Sindacali,Modelli da produrre,etc.) non può essere subordinato ad una logica esclusivamente aziendale ed autoritaria senza riconoscere il ruolo effettivo della contrattazione tra le parti”.
BAS 05