Cgil su audizione Commissione parlamentare morti bianche

“Si è tenuta il 13 settembre l'audizione della Commissione di Inchiesta Parlamentare sulle morti bianche presso la Prefettura di Potenza. All'audizione il sindacato ha posto in maniera puntuale ed articolata le questioni che devono essere affrontate per migliorare la qualità del lavoro e la sicurezza, con particolare riferimento al territorio lucano. Naturalmente non si tratta esclusivamente di commentare dati statistici, che vedono un miglioramento della situazione infortuni nella nostra regione, ma, di affrontare con maggiore determinazione alcuni nodi strutturali per fermare i comunque numerosi incidenti, anche mortali che continuano a verificarsi”. Lo dichiara in un comunicato il segretario regionale della Cgil Basilicata Antonio Pepe.

“Abbiamo commentato positivamente quanto è stato realizzato nel 2007 con il famoso protocollo sulla sicurezza stipulato tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria, da cui è scaturita la legge regionale n. 27 del 2008, che però, ad oggi, fa fatica ad essere applicata: non e' stato varato l'osservatorio per la sicurezza sul lavoro. Per prevenire gli infortuni riteniamo sia indispensabile agire sui modelli culturali in modo da aumentare la consapevolezza di imprese e lavoratori. Da questo punto di vista abbiamo precisato alla commissione che il testo unico non va in alcun modo disarticolato e quindi peggiorato.
Entrando nel dettaglio – prosegue Pepe – i settori maggiormente colpiti dalla piaga degli incidenti sul lavoro sono quello edilizio e quello agricolo.
Quello edilizio è caratterizzato da una endemica polverizzazione delle aziende che impegnano una media di 1,5 lavoratori ciascuna. Una situazione tanto frammentata non consente un controllo sistematico sulle condizioni di lavoro e agevola anche la deprecabile pratica del lavoro nero. Inoltre, per quel che riguarda gli appalti pubblici, dovrebbe essere accantonato il metodo del massimo ribasso che inevitabilmente si ripercuote sulle condizioni di sicurezza dei lavoratori.
Per il settore agricolo sottolineato la necessità di rinnovare il parco mezzi puntando sulla sicurezza.
In sede di Commissione, inoltre, è stato posto l'accento sulla situazione del centro oli di Viggiano e sui rischi legati non solo alle attività svolte dai lavoratori ma anche alla salubrità di acqua ed aria e di conseguenza al pericolo che corrono le popolazioni dell'area (riteniamo necessario un piano per la sicurezza ambientale dell'area).
È stato ricordato, infatti, l'incidente accaduto nell'aprile di quest'anno, in cui 22 lavesseoratori sono rimasti intossicati a causa di inalazioni di gas fuori controllo in fase di estrazione di idrocarburi. Per quel che riguarda le attività legate alla filiera degli idrocarburi la CGIL ha precisato che l'attivazione del contratto di sito, anche inserito nell'accordo Basilicata 2012, garantirebbe anche il rispetto sistematico ed omogeneo delle norme sulla sicurezza per tutti i lavoratori impegnati nell'area.
La realtà industriale più importante del territorio lucano, la FIAT, è poi responsabile del 30% delle malattie professionali (come sottolineato in una ricerca della CGIL) legate all'apparato muscolo-scheletrico, evidenziando la scarsa attenzione ai fattori legati all'ergonomia e quindi alla tutela dei lavoratori che compiono lavori usuranti. A questo devono essere aggiunti i rischi derivanti dal fatto che non sono presenti nella Sata e nelle aziende dell'indotto dei defibrillatori utili a gestire situazioni di emergenza (le aziende, invece, dopo gli ultimi incidenti si erano impegnate a fornire tali strumenti di primo soccorso). La CGIL, inoltre, ha anche denunciato i ritardi nell'istituzione di un presidio sanitario medicalizzato del 118 nell'area industriale di San Nicola di Melfi, per garantire assistenza sanitaria immediata ai lavoratori che ne avessero bisogno.
È preoccupante, poi, – precisa il segretario della Cgil – il fenomeno dell'aumento del lavoro nero, anche legato alle contingenze della crisi, che rendono meno individuabili gli incidenti sul lavoro. Questo fenomeno caratterizza in modo particolare il polo del salotto. A questo deve aggiungersi il fatto che anche le imprese tendono a non denunciare gli incidenti per via del sistema assicurativo generale imposto dall'Inail che prevede bonus per le aziende in cui non si sono verificati incidenti (arma a doppio taglio).
Infine abbiamo evidenziato che vanno urgentemente bonificati alcuni siti industriali, a partire dalla Val Basento, Tito Scalo, ex Cip Zoo che ancora oggi sono causa di infezioni tumorali per la presenza di grandi quantità di amianto. Su questo tema la Cgil ha richiesto che siano riaperti i termini per effettuare le domande per le agevolazioni previdenziali per i tanti lavoratori venuti a contatto con tali sostanze nocive”.

BAS 05

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