L’esponente della Sel giudica inaccettabili le giustificazioni fornite dagli uffici della Regione Calabria per motivare il via libera all’impianto
“Gli sviluppi sulla vicenda del progetto dell’Enel per la centrale del Mercure, con il “via libera” deciso dagli uffici del Dipartimento Attività Produttive della Regione Calabria, non tengono conto in nessun modo della posizione nettamente contraria e ampiamente condivisa nella nostra regione. Inoltre, è accaduto proprio quello che temevamo e che abbiamo tentato di scongiurare attraverso la sollecitazione di un’iniziativa unitaria delle Giunte regionali della Basilicata e della Calabria, senza delegare la questione esclusivamente agli uffici tecnici e dei Dipartimenti competenti, per affermare un’altra idea di sviluppo dell’area e di conseguenza di tutela del Parco del Pollino”. E’ quanto sostiene il capogruppo Sel (Sinistra Ecologia e Libertà) in Consiglio regionale, Giannino Romaniello aggiungendo che “la motivazione o se vogliamo giustificazione fornita dal dirigente dell’ufficio regionale della Calabria è inaccettabile perché non si può affrontare la questione con il ‘burocratese’”. Nel ricordare di aver inviato nel mese di agosto scorso una lettera all’assessore regionale all’Ambiente Agatino Mancusi, Romaniello ribadisce le sue richieste principali: il ritiro in autotutela, per intervenuto parere negativo dell’Ente Parco, delle determinazioni dirigenziali dell’Ufficio Compatibilità Ambientale con le quali viene espresso parere favorevole alla valutazione di incidenza per il progetto di riconversione a biomasse della “Centrale elettrica del Mercure”; un intervento urgente presso i competenti dipartimenti della Regione Calabria affinché vi sia il diretto coinvolgimento della Regione Basilicata attraverso la partecipazione a qualsiasi iniziativa istituzionale (conferenze di servizio, ecc) riguardanti le questioni connesse al processo di riconversione della Centrale.
“L’assemblea di Rotonda del primo settembre scorso inoltre – continua il capogruppo Sel – ha rappresentato un’occasione importante per saldare la mobilitazione popolare, sostenuta dal Comitato che si batte da tempo contro la centrale, all’iniziativa che spetta agli enti istituzionali e all’Ente Parco. Per questo ritengo che è necessario intensificare l’iniziativa nei confronti della Regione Calabria perché convochi al più presto e senza ulteriori tentennamenti una Conferenza di Servizio con la presenza di tutti gli Enti interessati e quindi della Regione Basilicata. E’ facile infatti prevedere che il nuovo provvedimento avvierà una nuova fase di ricorsi legali. Non si può infatti far finta di niente di fronte alla deliberazione del Consiglio Direttivo dell’Ente Parco Nazionale del Pollino n. 9 del 10.12.2009 che, anche in considerazione del parere reso l’8.10.2009 dall’Avvocatura dello Stato di Potenza che stigmatizza l’omessa valutazione degli effetti prodotti ‘sulle popolazioni e sull’economia delle comunità locali alle quali l’impianto non apporta alcun beneficio e può essere invece foriero di danno’ osservando, più in generale, come sia ‘effettivamente da ritenere che la proposta di una Centrale elettrica all’interno di un Parco confligge con l’idea stessa del Parco che si sostanzia nel riconoscimento di una vocazione specifica di un territorio degno di essere conservato integro’, dichiara l’assoluta incompatibilità con la natura dell’area e le finalità del Parco della paventata riapertura della Centrale Enet del Mercure ed impegna lo stesso Consiglio Direttivo ad esprimere un netto indirizzo politico agli organi gestionali e, segnatamente, al direttore generale, affinché adottino con assoluta urgenza gli atti necessari per invalidare il procedimento, rivendicandosi in via esclusiva a favore dell’Ente Parco, la competenza a deliberare in ordine a qualsiasi attività da svolgersi all’interno dell’area protetta”.