Il consigliere regionale del Pd auspica “una riflessione complessiva sulle politiche di sviluppo rurale che la Regione intende perseguire”
“Il confronto che si sta sviluppando all'interno nel gruppo del Pd e nella maggioranza sul tema della governance in agricoltura, non può prescindere da una riflessione complessiva sulle politiche di sviluppo rurale che la Regione intende perseguire”.
Ne è convinto il consigliere regionale del Pd Giuseppe Dalessandro che, sulla ipotesi di sopprimere o ridimensionare alcuni enti come Alsia, Arbea, Apa e Consorzi di Bonifica, auspica che non venga innescata una lotta di campanile. "Infatti -dice Dalessandro – una riflessione che risentisse di tali condizionamenti approderebbe a soluzioni pasticciate, eludendo le aspettative di un settore strategico come quello agricolo che, mai come in questo momento è bisognevole di servizi di
sviluppo moderni ed efficienti”.
“Se è vero che l'agricoltura è una componente importante del nostro territorio – afferma ancora l’esponente del Pd – occorre anzitutto enfatizzare maggiormente le interazioni tra politiche agricole e le altre politiche come quelle ambientali, industriali, infrastrutturali, sanitarie, della ricerca e della formazione. Tale convincimento è ancora più attuale alla luce dei preannunciati tagli della spesa e perciò le nuove politiche di sviluppo e di governance devono essere guidate da un piano complessivo di sviluppo che sappia mettere in relazione le politiche indipendentemente da quale sia la fonte di finanziamento. È questa la ragione per la quale ritengo che la nuova governance debba essere sviluppata in coerenza con il disegno di sviluppo regionale, nel cui quadro deve essere inserita la discussione sulla riforma degli enti agricoli in Basilicata”.
“È dannoso assumere paternità estemporanee – conclude Dalessandro – piuttosto si lavori in un confronto costruttivo affinché al centro delle decisioni che si andranno ad assumere vi sia la tutela e la salvaguardia delle tante professionalità tenutarie di significative specificità. Le nuove politiche di sviluppo, che devono generare crescita ed occupazione, e che dovranno essere in grado di fornire servizi e tecnologie di avanguardia, non possono prescindere dal coinvolgimento e dalla condivisione di coloro che poi dovranno essere i veri protagonisti del cambiamento.Recupero di efficienza, razionalizzazione della spesa e riordino delle funzioni, devono essere gli obiettivi ispiratori della riforma, ma vanno condivisi per essere pronti ad affrontare i nuovi scenari e per evitare di porre in essere rimedi peggiori del male”.