Il consigliere dell’Api ha depositato una richiesta di modifica dell’art. 5, comma 8 della L.R. n. 6 del 2008, con la volontà di rispondere in maniera più adeguata ai bisogni dei centri abitati più piccoli
“Il turismo, per alcuni piccoli Comuni, potrebbe essere la migliore fonte di sviluppo economico e sociale. Purtroppo, però, tale sviluppo, che potenzialmente i piccoli centri sono pronti a sostenere e ad affrontare, non è supportato da un’adeguata normativa. Molte piccole realtà, infatti non sono dotate di un sistema ricettivo adeguato alla richiesta e in moltissimi centri non vi sono attrezzature di tipo alberghiero, né il turismo potenziale è in grado di supportare un investimento di tale portata”. Lo dichiara il Consigliere di Alleanza per l’Italia, Alessandro Singetta, il quale precisa che ha “depositato una richiesta di modifica dell’art. 5, comma 8 della L.R. n. 6 del 2008, con la volontà di rispondere in maniera più adeguata ai bisogni dei centri abitati più piccoli”.
“L’unica soluzione auspicabile – prosegue Singetta – è modificare le normative di legge per adeguarle anche ai bisogni dei centri più piccoli, ma non per questo meno importanti”. “E’ per questo motivo – afferma il consigliere – che ho avanzato la proposta di modifica, nella quale ho richiesto che per l’attività di affittacamere si preveda un aumento delle camere rispetto alla normativa vigente, nei Comuni, nelle frazioni e nei centri con un numero di residenti non superiore a 5.000 abitanti e non dotate di strutture alberghiere”.
“Sono certo – conclude Singetta – che l’attenzione dimostrata dal legislatore con l’introduzione della normativa sull’ ‘ospitalità diffusa’ verrà reiterata, nella consapevolezza che tutto il nostro territorio è ricco di attrattive, e sarebbe assolutamente sbagliato non prestare la medesima attenzione e non offrire le medesime possibilità a tutti i Comuni”.