“Giuzio – dichiara Viti – è persona garbata e intelligente. Non ho perciò difficoltà a riprendere alcune delle sue considerazioni intorno al ‘salto logico’ (io parlerei di ‘passaggio logico’) che a suo parere, inquinerebbe il mio ragionamento sulla candidatura di Di Sanza a coordinatore provinciale pro tempore del Pd di Matera. Innanzitutto – aggiunge Viti – lo ringrazio per gli apprezzamenti che indirizza alla ‘letteratura’ a cui di tanto in tanto mi dedico e che egli considera io tenga ben distinta dalle sue concrete applicazioni alla politica come scienza e come prassi. Mi pareva di aver detto con linearità che non vi erano, da parte mia obiezioni a Di Sanza, sia per qualità sia per esperienza (fra l’altro mi ero sforzato di escludere, che egli come altri citati da Pezzano, si iscrivesse nella costellazione degli ‘oggetti rotanti’ gravitati nel ‘buco nero’ del Pd. Il problema era che si operasse convintamente perché un candidato di esperienza fosse non solo indicato da un’area significativa e legittimata, ma sostenuto dalla più larga maggioranza del Pd, proprio per le traversie, divisioni e contrasti che ne avevano segnato (e tuttora ne segnano) la condizione. Tutto qui. Quindi quali veti, se non una proposta sul metodo migliore per conseguire il miglior risultato? Stupisce quindi che Giuzio, persona razionale e serena, giunga ad una dichiarazione di ‘morte presunta’, (certificabile, come è noto, solo per consolidata latitanza) per una ‘corrente’ (che si definisce ‘area democratica’, quindi, innanzitutto un luogo e un metodo) che aspira ad essere oltre che una famiglia spirituale anche un riferimento organizzato e riconoscibile nel dibattito interno ed esterno al Pd: circostanza che, a parte qualche non disprezzabile successo, non sembra si sia, nel tempo, pienamente e convintamente manifestata”.
“Per queste ragioni – prosegue Viti – oso pensare che la mia riflessione possa giovare a una ridefinizione di rapporti e di ruoli che, non incrinando solidarietà sedimentate, aiutino tutti a uscire dai ghetti, dalle connivenze e ad affrontare il tema vero: come costruire a Matera un partito in grado di doppiare le difficoltà e di trovare, specie nei passaggi più difficili, le risorse unitarie per sortire dall’impotenza. Tanto mi premeva ribadire, rinnovando a Giuzio amicizia e considerazione per il lavoro che compie e sollecitando non solo un supplemento di impegno quale si richiede, soprattutto a Matera, ma di pazienza, perché la buona politica è faticosa e pretende tessiture più larghe degli orizzonti nei quali spesso ci chiudiamo per pigrizia, inettitudine o interresse. Sciogliere la corrente? Non so davvero che senso abbia. A meno che non la si intenda solo come una enclave territoriale o uno strumento puramente negoziale e, quindi, appaia solo adeguata a cogliere gli obiettivi minimi dell’intendenza. E so per certo che non è questa l’opinione di Giuzio. Ma se di un’ area democratica debba ancora trattarsi, facciamone allora una leva per concorrere ad una direzionalità effettiva dei processi della politica, in grado di incidere sulla migliore definizione del profilo e della missione del Pd. D’altra parte – conclude Viti – il documento approvato quest’oggi dalla Segreteria regionale del Partito democratico riassume con efficacia il tema al quale mi sono ispirato in questa replica: recuperare il più alto grado di tensione unitaria a servizio di un grande progetto di rinnovamento della regione”.