Un’automobile che invade la sua carreggiata. La paura, la frenata, l’impatto. La macchina di Roberta Labella va in pezzi come ogni sua certezza. La corsa in ospedale, i giorni di degenza, le terapie, l’isolamento e un unico mezzo per poter comunicare con la famiglia, gli amici e i colleghi. Il telefono cellulare, e i social in particolare, diventano il ponte tra Roberta e il resto del suo mondo. Il collante tra chi le chiede notizie sulla sua salute e chi la sprona a resistere. Una comunità virtuale che diventa sostegno e cura anche nella vita reale. Roberta, insegnante di professione, offre uno sguardo diverso sull’utilizzo dei social che spesso vengono demonizzati e, invece, possono anche essere strumento di contrasto all’isolamento e vettori di messaggi positivi. E lancia un appello soprattutto ai giovani: non sottovalutate il benessere psicologico.
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