A Tito il “Corpo celato del pianoforte”

Protagonista della serata sarà lo Schimmel K208 Glass, un pianoforte unico al mondo riportato a nuova vita grazie alla maestria del tecnico e restauratore Ferdinando Pignotti che ha trasformato un complesso restauro in un vero e proprio percorso artistico.

Sabato 15 novembre, alle ore 18.30, il Teatro Cecilia di Tito ospita “Il corpo celato del pianoforte”, evento ideato e curato dall’Associazione Amadeus e da Pignotti Pianoforti, con il patrocinio del Comune di Tito. Protagonista della serata sarà lo Schimmel K208 Glass, un pianoforte unico al mondo riportato a nuova vita grazie alla maestria del tecnico e restauratore Ferdinando Pignotti che ha trasformato un complesso intervento di restauro in un vero e proprio percorso artistico. L’obiettivo: offrire all’ascoltatore la possibilità di guardare gli elementi principali grazie ai quali il suono nasce e prende forma.

La serata alternerà momenti musicali e di racconto: un intreccio di note e parole che ricompone le tappe del restauro e le suggestioni che lo hanno accompagnato. Al termine dell’evento il pubblico potrà avvicinarsi allo strumento e osservarlo da vicino, con lo sguardo curioso e consapevole di chi ne ha ascoltato la storia.

Ad aprire la serata sarà la proiezione del videoclip di presentazione del pianoforte, un breve racconto per immagini e suoni che restituisce la filosofia alla base del progetto: andare oltre la bellezza estetica, per esplorare la relazione profonda tra musica, materia e artigianato.

Seguirà un dialogo tra Ferdinando Pignotti, tecnico accordatore e restauratore dello strumento, e alcuni dei professionisti che hanno collaborato al progetto: Massimiliano Griffi (Griffi & Steinway Academy) e Diego Schlitzer (Queen’s). Le parole si alterneranno alle esecuzioni pianistiche di Lorenzo Stasi, Mariangela Sorrenti, Pasquale Cirillo, Toni De Giorgi, Francesco Rizzo e Raffaele D’Angelo: interpreti di brani originali e classici legati dal filo della trasparenza e della sensibilità nascosta nella naturalezza.

“Questo pianoforte è arrivato a noi in condizioni precarie, con una struttura completamente devastata e incapace di produrre suoni.” racconta Ferdinando Pignotti “Per questo motivo, molti mi avevano sconsigliato di affrontare il restauro, ma ho scelto di provarci. Il risultato non è solo uno strumento che torna a suonare: è una creatura nuova, che racconta il valore del lavoro artigiano, del tempo e della pazienza. Mostrare al pubblico la sua anima dà modo di condividere il cuore invisibile della musica.”

Il progetto nasce da un dialogo tecnico e umano tra professionisti, e rappresenta un esempio emblematico della maestria degli artigiani-artisti e del potere trasformativo del restauro. In un’epoca segnata dal consumo rapido e dall’obsolescenza “Il corpo celato del pianoforte” invita a riflettere su come la continuità tra passato e futuro possa generare nuova bellezza e nuove possibilità.

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