Cicala: laboratorio di resilienza climatica

L'assessore all'Agricoltura oggi in Consiglio regionale ha relazionato su una delle più gravi crisi idriche della storia recente. "A rischio il comparto fragole del Metapontino. La mancanza di acqua comprometterebbe l'intera campagna autunno-vernina"

L'assessore regionale all'Agricoltura, Carmine Cicala, durante il Consiglio regionale sulla crisi idrica

Oggi in Consiglio regionale, l’assessore all’Agricoltura, Carmine Cicala, non ha semplicemente snocciolato cifre sulla siccità, ma ha messo sul tavolo il cuore battente della Basilicata. L’agricoltura, ha ricordato, non è solo “settore strategico per l’economia lucana”, ma l’essenza stessa della regione. E quell’essenza, oggi, “trattiene il fiato” sull’orlo di “una delle più gravi crisi idriche della storia recente”. Ma anziché cedere al lamento, Cicala ha usato l’emergenza per alzare lo sguardo, proponendo un futuro in cui la Basilicata diventi un “laboratorio di resilienza climatica”. L’assessore ha presentato dati allarmanti, evidenziando che l’invaso di Monte Cotugno conteneva al 20 ottobre solo 41,2 milioni di metri cubi, a fronte di una capacità autorizzata di 280 milioni. La riserva minima per il potabile è di 40 milioni, il che pone l’invaso “sul limite”. In soli tre mesi (dal 20 luglio al 20 ottobre), sono stati consumati 67,6 milioni di metri cubi. Anche il Pertusillo è in sofferenza, con 28,3 milioni di metri cubi al 20 ottobre. Le previsioni indicano che a dicembre Monte Cotugno potrebbe scendere a 32 milioni, un “livello mai raggiunto”. Questa crisi ha un impatto diretto sull’economia reale, mettendo a rischio il comparto fragole del Metapontino che vale oltre 100 milioni di euro l’anno e conta più di 10.000 addetti tra fissi e stagionali. L’assessore ha evidenziato che, in questa “fase critica dei trapianti”, la mancanza d’acqua comprometterebbe “l’intera campagna autunno-vernina”. Citando il caso di Giuseppe, agricoltore che ha investito 180.000 euro su tre ettari di fragole, il cui futuro dipende dall’accesso all’acqua, l’assessore ha spiegato “il peso della responsabilità che la politica ha di fronte a questa situazione”.
Cicala ha assicurato che la Regione “non è stata ferma”, agendo con interventi immediati e strutturali. In primo luogo, il Consorzio di Bonifica ha realizzato un sistema emergenziale nel Metapontino, attivando 29 postazioni emergenziali e recuperando l’equivalente di 6,5 milioni di metri cubi al mese. In secondo luogo, grazie agli investimenti sulle infrastrutture, le perdite della rete consortile sono scese al 20-25%, traducendosi in “milioni di metri cubi risparmiati”. Sono in corso opere strategiche, come la diga di Marsico Nuovo, che a breve sarà operativa e triplicherà la superficie irrigua della Val d’Agri, e la diga del Rendina con 113 milioni di euro già finanziati. È in programma un investimento per aumentare la capacità di Monte Cotugno di ulteriori 100 milioni di metri cubi.
Guardando al futuro, l’assessore ha proposto una visione per una “Basilicata più resiliente, più innovativa, più competitiva” basata su quattro obiettivi strategici entro il 2030: aumentare la capacità di invaso, ridurre i consumi idrici per ettaro attraverso l’agricoltura di precisione e la digitalizzazione completa, fare della Basilicata un laboratorio di resilienza climatica con ricerca su colture resistenti alla siccità e sostenere il ricambio generazionale. Ha citato l’esempio di Antonio, un agricoltore che ha ridotto i consumi del 35% investendo in irrigazione di precisione, dimostrando che “si può fare”.
Cicala, infine, ha toccato il tema del rapporto con la Regione Puglia, chiedendo un nuovo patto più equo e moderno che tenga conto della crisi strutturale e stabilisca meccanismi di flessibilità. Ha annunciato che verrà presentata una formale richiesta per aggiornare l’Accordo di Programma del 1999, la cui scadenza è prevista per l’anno prossimo. L’assessore ha concluso chiedendo un sostegno politico forte e condiviso da parte di tutto il Consiglio “poiché questa non è una questione di maggioranza o opposizione. È una questione di Basilicata”.

 

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