Acqua, dal 2022 incremento solo del 3%

Nota di Al: le tariffe ufficiali dell’Egrib e i dati Arera smentiscono Federconsumatori. Chi usufruisce le bonus paga addirittura meno del 2026. Questi dati non sono frutto di ricostruzioni o sondaggi, bensì atti formali che non possono essere modificati né si prestano ad interpretazioni.

Acquedotto Lucano

Le tariffe ufficiali dell’Egrib e i dati Arera smentiscono la fantasiosa campagna di disinformazione di Federconsumatori

Le tariffe del servizio idrico integrato, così come i consumi e la spesa delle famiglie, sono cristallizzati in atti formali e documenti che non si prestano a forme interpretative né possono produrre affermazioni che alla prova dei fatti risultano ben lontane dalla realtà.

Il primo dato formale è che (al momento) per quanto concerne i consumi del 2024 non c’è stata nessuna revisione della tariffa e, pertanto, la notizia di aumenti rispetto all’anno precedente è chiaramente infondata, così come è infondata ed estranea alla realtà dei numeri la notizia di un aumento del 72% rispetto al valore del 2016. Allo stesso modo sono infondate tutte le affermazioni riportate in un rapporto diffuso da Federconsumatori. Ad evidenziarlo non è Acquedotto Lucano, bensì i dati ufficiali.

A conferma di quanto detto si osserva che la tariffa di riferimento, comprensiva di tutte le voci considerate nel rapporto, è quella del 2023 che – per una famiglia di tre componenti che consuma mediamente 150 metri cubi l’anno – è stata pari a 331,60 euro l’anno, e non 413,71 euro, come inspiegabilmente affermato da Federconsumatori. Inoltre, se si applica il bonus idrico regionale (previsto per le famiglie con isee inferiore o uguale a 30.000 euro anno) la tariffa è pari a 206,22 euro: meno della metà di quanto sostenuto dall’associazione (la differenza è, infatti pari a 226,23 euro, cioè il 121 per cento in meno rispetto ai 413,71 euro l’anno considerati).

Nel raffronto tra l’anno 2016 ed il 2023 le tariffe reali e la matematica permettono di affermare che negli ultimi 8 anni l’aumento è stato del 38 per cento (e non del 72 per cento), ma se si considera il bonus idrico si osserva che la tariffa del 2023 è addirittura inferiore a quella del 2016.

Come è noto, a sovrintendere alla regolazione del servizio idrico integrato in Italia è l’Arera, ed è la stessa Autorità nazionale a determinare le modalità di calcolo delle tariffe (tenendo conto dei costi necessari a garantire il servizio), mentre l’Ente di Governo per i Rifiuti e le Risorse Idriche della Basilicata (Egrib) stabilisce e approva la tariffa, che viene poi applicata da Acquedotto Lucano.

Continuando ad attenerci a dati reali e a informazioni ufficiali (che non sono frutto di speculazioni interpretative), la Relazione Annuale dello Stato dei Servizi Idrici pubblicata dall’Autorità Nazionale di Regolazione Energia e Ambiente (Arera) afferma che l’incremento medio delle tariffe tra il 2022 e il 2023 è stato per le aree del Sud e Isole del 3,67 per cento: il più basso in assoluto del Paese!

L’Egrib ha approvato per Acquedotto Lucano un incremento delle tariffe per il 2023 del 3 per cento: sensibilmente inferiore alla media delle aree meridionali che a loro volta sono risultate con variazioni inferiori al resto d’Italia (fonte Blue Book Utilitatis) e che risponde ad una politica di tutela degli utenti finali con variazioni contenute.

Come già evidenziato, questi dati non sono frutto di ricostruzioni o sondaggi, bensì atti formali che non possono essere modificati né si prestano ad interpretazioni. Sarebbe auspicabile che anche associazioni che dovrebbero svolgere un ruolo importante e delicato a tutela dei cittadini, prestino la dovuta attenzione a non mettere in atto campagne di disinformazione che danneggiano tanto gli utenti quanto le Autorità di regolazione e di governo ed il gestore del servizio idrico integrato.

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