Leggieri e Perrino: dare attuazione a legge “Rifiuti zero”

Dicono i consiglieri regionali del Movimento 5 stelle: “Pittella concede a Fenice la deroga ad inquinare di più: + 80 per cento di ossidi di azoto fino al 31 dicembre 2016”. Presentata una interrogazione

&ldquo;Renzi chiama e chiede? Pittella e i pittelliani, in preda ad un irrefrenabile riflesso pavloviano, rispondono sempre di s&igrave;. Che importa se a pagare le conseguenze di questa cieca e prona obbedienza sono i lucani e la Basilicata?&rdquo;. Queste le considerazioni dei consiglieri regionali del M5s, Gianni Leggieri e Giovanni Perrino.<br /><br />&ldquo;E&rsquo; il caso &ndash; specificano Leggieri e Perrino – della delibera n&deg;1000 del 2 settembre scorso (ancora irreperibile sul portale &lsquo;Amministrazione trasparente&rsquo;) con la quale la Giunta Pittella ha concesso&nbsp;alla centrale&nbsp;termoelettrica&nbsp;di San Nicola di Melfi di continuare, ancora per un anno, ad emettere una quantit&agrave; superiore dell&rsquo;80 per cento rispetto ai limiti previsti dal Codice dell&rsquo;Ambiente dei pericolosi inquinanti quali gli ossidi di azoto (NOx). Al posto del limite massimo di 100 mg/Nmc fissato dal Codice dell&rsquo;Ambiente, Fenice potr&agrave; continuare ad emettere, fino a dicembre 2016, 180 mg/Nmc, come previsto dall&rsquo;AIA del 2008, peraltro scaduta a dicembre 2014. Eppure gli ossidi di azoto sono gas pericolosi per la salute e l&rsquo;ambiente: l&#39; NO2, ad esempio, provoca patologie respiratorie e polmonari e danni alle piante, riducendo la loro crescita o determinandone talvolta la necrosi. Per il biossido di azoto l&rsquo;Organizzazione Mondiale per la Sanit&agrave; (OMS) raccomanda il limite guida orario di 200 &micro;g/mc, mentre la soglia massima per la media annuale &egrave; 40 &micro;g/mc&rdquo;.<br /><br />&ldquo;La deroga concessa dalla Giunta &ndash; affermano Leggieri e Perrino – &egrave; stata possibile grazie ad una &lsquo;polpetta avvelenata&rsquo; contenuta nell&rsquo;ennesimo decreto &lsquo;Milleproroghe&rsquo; varato dal Governo negli ultimi giorni del 2015. Tuttavia, per poter godere dell&rsquo;ennesima norma &lsquo;ad aziendam&rsquo;, Fenice avrebbe dovuto soddisfare alcune condizioni che, dopo un&rsquo;attenta analisi dei procedimenti amministrativi, sembrano esser state affrontate in maniera del tutto approssimativa e molto superficiale.&nbsp; Non risulterebbe, infatti, che Fenice abbia chiesto il rinnovo dell&rsquo;AIA entro i termini previsti, essendosi limitata a richiedere la deroga ai nuovi (e pi&ugrave; restrittivi) limiti di emissione degli ossidi di azoto, motivando il tutto con la necessit&agrave; di adeguare gli impianti, apportando graduali ma consistenti modifiche ai sistemi di combustione entro la fine del 2016, sulla base di un preciso cronoprogramma. Nel frattempo &ndash; ricordano gli esponenti del M5s – nell&rsquo;ambito di una conferenza di servizi conclusasi nel febbraio, gli enti interessati (Comune di Melfi, ASI, ASP e ARPAB) hanno espresso tutti parere favorevole, pur dettando prescrizioni aggiuntive e adempimenti a carico di Fenice. L&rsquo;attenta disamina dell&rsquo;evidenziato iter amministrativo fa emergere, per&ograve;, alcuni dubbi: ad esempio, come mai la delibera di Giunta arriva quasi sei mesi dopo la chiusura della Conferenza dei servizi. E poi, ancora: prima del rilascio della deroga, il Dipartimento Ambiente ha accertato il rispetto da parte di Fenice delle prescrizioni della &lsquo;vecchia AIA&rsquo;? Chi sta controllando l&rsquo;ottemperanza di Fenice al cronoprogramma di lavori di adeguamento della Centrale Termica? Arpab e gli uffici regionali stanno verificato il rispetto delle ulteriori prescrizioni imposte a Fenice e scaturite dalla conferenza di servizi?&rdquo;<br /><br />&quot;In una regione che, seppur a parole, vorrebbe dire addio all&rsquo;incenerimento dei rifiuti, &egrave; fondamentale &ndash; concludono Leggieri e Perrino – maggiore chiarezza su una vicenda che riguarda un impianto altamente impattante, epicentro di un processo per disastro ambientale che vede imputate ben 20 persone (tra cui l&rsquo;ex direttore e l&rsquo;ex coordinatore provinciale dell&rsquo;Arpab, Vincenzo Sigillito e Bruno Bove). Una volta tanto, Pittella e maggioranza si sforzino di essere coerenti dando davvero attuazione a quanto previsto dalla legge regionale &lsquo;Rifiuti zero&rsquo;, in attesa del nuovo Piano regionale dei rifiuti&rdquo;.<br />

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